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Dentro all’iMac 21,5″ con Sandy Bridge e Thunderbolt
04/05/2011 17:00 CET
di Fabio M. Zambelli
Qualche componente a sorpresa ed altri eventualmente sostituibili sono le novità principali del computer di Apple.
Puntualissimi, gli amici di iFixit, si sono precipitati a smontare i nuovi iMac rinnovati ieri.
Si tratta di indistinguibili computer desktop rispetto alla precedente generazione, finché non si guarda il retro, dove sono posizionate in modo ordinato ed elegante tutte le porte disponibili. Come abbiamo già notato l’unica differenza è che l’iMac da 21,5 pollici (quello raffigurato in questo caso, il modello “entry level” EMC 2428) dispone di 1 sola Thunderbolt, mentre l’iMac da 27 pollici ne ha addirittura 2 (per pilotare fino ad una coppia di monitor esterni di grande dimensione). Il connettore studiato da Apple ed Intel è indicato con il colore blu nell’immagine sottostante, tutto il resto è rimasto uguale, ovvero 4 porte USB 2, 1 porta FireWire 800, i porta Ethernet gigabit e le doppie porte IN/OUT dell’audio. Sul bordo si trova lo slot per schede SDXC e quello per l’unità ottica CD/DVD.
Nessuna novità per cominciare a scrutare l’interno dell’iMac, si apre semplicemente togliendo il vetro dello schermo con semplici ventose.
Per togliere il display LED bisogna usare un cacciaviti Torx T10 e cercarle su tutta la cornice dello schermo.
Sotto allo schermo si trova la gran parte dell’elettronica di questo computer, che adesso andremo a conoscere meglio.
Il modello LM215WF3 da 21,5 pollici è prodotto da LG Display, fornitore di Apple grazie ad un contratto da 5 anni (partito ad inizio 2009) e che assicura grandi quantitativi di display LCD. Non sembra che sia stato modificato rispetto a quello trovato in precedenza.
Questo è il chip di Intel che regola il flusso dei dati dalla porta Thunderbolt da 10 Gbps (sia PCI Express che DisplayPort), lo stesso montato nell’ultima versione dei MacBook Pro con questo connettore riconoscibile esternamente dall’icona a forma di fulmine.
Dopo molti anni Apple abbandona Broadcom per la piccola scheda wireless, qui troviamo Atheros per il Wi-Fi 802.11n. La società è stata recentemente comperata da Qualcomm, fornitore recente di Apple per la tecnologia CDMA, usata nell’iPhone 4 CDMA ed iPad 2 CDMA.
L’hard disk da 500 GB è in questo caso un Caviar Blue di WD, leader del settore.
Ecco il corposo trasformatore dell’iMac 21,5″, collegato al resto dell’elettronica con questo grosso cavo.
Sotto all’alimentatore di corrente si trova la scheda che controlla il display LCD.
Il SuperDrive impiegato da Apple è il modello AD-5690H di Sony Optiarc. Ancora niente drive per Blu-ray, Steve Jobs proprio non lo vuole.
Chi ordina l’iMac con SSD opzionale lo vedrà collocato in questo spazio, ma si dovrà scegliere l’iMac con processore @ 2,7 GHz.
I cablaggi per l’audio sono conficcati sotto al blocco frontale in alluminio. Da queste parti si trova anche il sensore per gli infrarossi del telecomando opzionale.
Per estrarre la scheda logica bisogna togliere diverse viti, qui indicate sul frontale e fare molta attenzione con i movimenti.
Questo è un lato della scheda con i corposi dissipatori di calore, uno per la CPU e l’altro per la GPU, ben distanziati.
Qui vediamo le canaline per il trasferimento delle temperature alte dai chip agli “scatolotti” del raffreddamento.
Il dissipatore del chip grafico AMD va scollato con cautela.
Sotto si trova la GPU Radeon HD 6750M di AMD (ex ATI) circondata dai chip di memoria, in questo caso forniti da Hynix, qui per un totale di 512 MB. La soluzione separata fa intuire l’eventualità di una sostituzione della scheda grafica.
E’ ora di staccare il dissipatore di calore dal processore principale, che è anche la grande novità di questo iMac.
Svelato l’Intel Core i5 @ 2,5 GHz di tipo “Sandy Bridge”, modello 2800S, che ha 4 nuclei di calcolo. Eventualmente sostituibile nello slot, come se fosse un qualunque PC auto-assemblato.
Il fronte/retro della scheda logica “nuda e cruda”. Riquadrato in rosso la CPU di Intel con 6 MB di cache, il controller di Intel è riquadrato in arancione (dovrebbe essere la versione Z68 ancora sconosciuta), in giallo i chip di broadcom per controllo memoria ed Ethernet, il controller audio di Cirrus è in azzurro, i controller USB di SMSC sono in blu, poi chip Intersil in rosa ed il già notato controller della Thunderbolt in nero.
E’ ancora di Broadcom il piccolo chip per la connettività PAN Bluetooth 2.1 (ancora nessuna presenza della versione 3).
Infine ecco l’esploso dell’iMac con tutte le parti smontate con competenza.
Ecco tutte le precedenti fotografie di iFixit pubblicate da setteB.IT: MacBook Pro (novembre 2006), iPod shuffle 2G (novembre 2006), AirPort Extreme (febbraio 2007), Apple TV (marzo 2007), iPhone (luglio 2007), iPod classic (settembre 2007), iPod nano 3G (settembre 2007), iPod touch (settembre 2007), MacBook Air (febbraio 2008), iPhone 3G (luglio 2008), gli iPod nano 4G ed iPod touch 2G (settembre 2008), MacBook 13″ (ottobre 2008), MacBook Pro 15″ (ottobre 2008), MacBook Pro 17″ (febbraio 2009), iMac 20″ (marzo 2009), Mac mini con 5 USB (marzo 2009), iPod shuffle 3G (marzo 2009), MacBook Pro 13″ (giugno 2009), iPhone 3GS (giugno 2009), iPod nano 5G (settembre 2009), iPod touch 3G (settembre 2009), MacBook 13″ bianco (ottobre 2009), Magic Mouse (ottobre 2009), iMac 27″ (ottobre 2009), Mac mini server (ottobre 2009), iPad Wi-Fi (aprile 2010) [con relativo chip Apple A4], MacBook Pro 15″ con Core i5 (aprile 2010), iPad Wi-Fi + 3G (maggio 2010), MacBook 13″ con batteria da 10 ore (maggio 2010), Mac mini con HDMI (giugno 2010), iPhone 4 (giugno 2010), Magic Trackpad (luglio 2010), iPod shuffle 4G (settembre 2010), iPod nano 6G (settembre 2010), iPod touch 4G (settembre 2010), Apple TV 2G (settembre 2010), MacBook Air 11,6″ (ottobre 2010), iPhone 4 CDMA (febbraio 2011), MacBook Pro 15″ con Thunderbolt (febbraio 2011), iPad 2 (marzo 2011) ed iPad 2 CDMA (marzo 2011).