Dentro al cavo Thunderbolt
30/06/2011 07:00 CET
L’alta spesa si giustifica con l’elettronica impiegata oltre ai cablaggi, che ne fa un prodotto attivo e non passivo. Aggiornato.
Apple e Sony sono attualmente gli unici produttori che hanno scelto d’impiegare la connessione Thunderbolt, con filosofie diverse.
Lo abbiamo visto martedì con il lancio di un laptop Sony Vaio che mette la tecnologia “Light Peak” nella porta USB, mentre Apple ha convertito il connettore Mini DisplayPort negli ultimi MacBook Pro ed iMac.
Da meno di 48 ore è anche disponibile il primo vero cavo Thunderbolt da Apple, al non modico prezzo di 49 euro per 2 metri di lunghezza.
Come ci spiegano i consueti esperti di iFixit, c’è ben di più di 1,90 metri di fili elettrici (in rame, non ancora fibra ottica, sennò costerebbe probabilmente ancora di più): un processore Gennum per ogni capo ed altri piccoli chip sono presenti nel lungo terminale a forma di Mini DisplayPort, ma capace di gestire fino a 10,3125 Gbps bi-direzionali di dati e di video.
Come infatti ci suggerisce anche un documento tecnico di Apple, è perfettamente normale sentire scaldarsi il connettore dopo un certo periodo d’uso, la giustificazione logica è appunto la presenza in un cavo attivo zeppo di processori, che svolgono un certo lavoro, il che in elettronica significa calcoli capaci di surriscaldare le componenti in silicio.
Ecco tutte le precedenti fotografie di iFixit pubblicate da setteB.IT: MacBook Pro (novembre 2006), iPod shuffle 2G (novembre 2006), AirPort Extreme (febbraio 2007), Apple TV (marzo 2007), iPhone (luglio 2007), iPod classic (settembre 2007), iPod nano 3G (settembre 2007), iPod touch (settembre 2007), MacBook Air (febbraio 2008), iPhone 3G (luglio 2008), gli iPod nano 4G ed iPod touch 2G (settembre 2008), MacBook 13″ (ottobre 2008), MacBook Pro 15″ (ottobre 2008), MacBook Pro 17″ (febbraio 2009), iMac 20″ (marzo 2009), Mac mini con 5 USB (marzo 2009), iPod shuffle 3G (marzo 2009), MacBook Pro 13″ (giugno 2009), iPhone 3GS (giugno 2009), iPod nano 5G (settembre 2009), iPod touch 3G (settembre 2009), MacBook 13″ bianco (ottobre 2009), Magic Mouse (ottobre 2009), iMac 27″ (ottobre 2009), Mac mini server (ottobre 2009), iPad Wi-Fi (aprile 2010) [con relativo chip Apple A4], MacBook Pro 15″ con Core i5 (aprile 2010), iPad Wi-Fi + 3G (maggio 2010), MacBook 13″ con batteria da 10 ore (maggio 2010), Mac mini con HDMI (giugno 2010), iPhone 4 (giugno 2010), Magic Trackpad (luglio 2010), iPod shuffle 4G (settembre 2010), iPod nano 6G (settembre 2010), iPod touch 4G (settembre 2010), Apple TV 2G (settembre 2010), MacBook Air 11,6″ (ottobre 2010), iPhone 4 CDMA (febbraio 2011), MacBook Pro 15″ con Thunderbolt (febbraio 2011), iPad 2 (marzo 2011), iPad 2 CDMA (marzo 2011) ed iMac 21,5″ con Sandy Bridge e Thunderbolt (maggio 2011).
Aggiornamento del 01/07/2011: Apple raccomanda di mettere alla fine di una catena di dispositivi Thunderbolt l’unico monitor con connettore Mini DisplayPort oppure il Mac in Target Mode.