Peggio del decreto Pisanu c’è solo chi crede che esista ancora

17/02/2011 21:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001La battaglia per togliere le pastoie burocratiche è stata vinta, ora bisogna “solo” cambiare le teste di chi non si informa.
Oggi si è aperta a Milano (spazi Rho-Pero di Fieramilano) l’edizione 2011 della BIT – Borsa Internazionale del Turismo.

07-10628b_bit2011brambillaIl turismo vive ormai molto su Internet, anche se chi ha fatto il famigerato portale Italia.it ancora non lo sa. Siamo andati a vedere se in questa manifestazione fieristica, benedetta dal ministro Michela Vittoria Brambilla, sostenitrice del Wi-Fi libero, la situazione è cambiata rispetto a quello che avevamo visto degli anni precedenti.

Il decreto Pisanu è stato fondamentalmente cancellato a fine 2010, ancora l’Italia non si sveglia e nulla cambia per gli hotspot. Nonostante una chiarificatrice interrogazione parlamentare fatta pochi giorni fa, per capire se c’erano ancora impedimenti, si tirano ancora in ballo leggi non più in vigore e si insiste a chiedere i documenti a chi vuole collegarsi liberamente ad Internet.

Non deve essere un caso che Stefano Parisi, presidente di ASSTEL – Assotelecomunicazioni ed ex di Fastweb, salti fuori ora rivendicando “concorrenza sleale” dei punti d’accesso gratuiti su quelli a pagamento. Tutto chiaro, no?

Ebbene alla BIT abbiamo trovato solo 2 stand con un accesso Wi-Fi pubblico, Trenitalia (che offre il Wi-Fi gratis sui Frecciarossa fino al 28 febbraio) e Canon. Ma era esposto lo stesso cartello che invocava ancora il decreto Pisanu. I rappresentanti dello stand di Trenitalia hanno dichiarato che la legge non è stata cancellata e che vige ancora questa regola, i rappresentanti dello stand di Canon hanno invece detto di sapere che la legge non esiste più.



setteB.IT – la settimana digitale vista dall'utente mac