Su iPad per le conigliette di Playboy continua la censura

20/01/2011 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001L’84enne fondatore della rivista con le famose conigliette aveva sparato la boiata di una imminente versione per iPad senza la censura di Apple, naturalmente non succederà.
Playboy c’era su App Store, c’è su App Store e ci sarà su App Store. Nulla di nuovo, continuerà ed essere censurata e senza l’unica cosa che i compratori di questa rivista patinata cercano, le conigliette in abiti discinti, meglio senza.

03-10438b_conigliettaplayboyChiamalo scemo l’84enne che si è appena fidanzato con una bionda 24enne. Ci riferiamo a Hugh Hefner (già, si scrive proprio così), fondatore di Playboy, che alla vigilia di Natale ha messo al dito della bella coniglietta Crystal Harris un anello diamantato.

Lo spasimante, ovviamente ricambiato con tanto sincero sentimento, ha un po’ generalizzato quando, martedì notte, ha scritto sul suo canale Twitter che “Playboy su iPad sarà senza censure”.

La storia ha fatto abboccare molti. Chi come noi, invece, memore delle regole imposte da Apple su certe cose, ha atteso conferme, le ha trovate: “la versione in abbonamento online da marzo di Playboy permetterà di vedere tutti i numeri già pubblicati della rivista, ma non avrà nulla a che fare con Apple, iPad o l’App Store” ha riferito Playboy. Certo il sito sarà accessibile con il tablet ed altri dispositivi dotati di browser ed abbonamento pagato.

Rilassatevi quindi, non succederà. L’ottuagenario Hefner ha fatto prendere una cantonata pazzesca, che fa tanto marketing alla nuova iniziativa editoriale.

Non poteva che essere così visto che Steve Jobs aveva già assicurato a tutti, lo scorso maggio, che con i software distribuiti su App Store si poteva essere certi di “restare alla larga dal porno“.

A Cupertino sono stati istruiti a puntino sull’argomento dal CEO: solo per una scollatura di una modella vanno via di testa e bloccano tutto, truccano le classifiche di iBookstore pur di non mettere in evidenza i titoli di libri erotici, hanno così tanti tabu che al confronto le suore di clausura sembrano i buttafuori della Playboy Mansion, ma le molte incongruenze li rendono spesso ridicoli.

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