Panorama: Steve Jobs con gli occhialoni da nerd
11/03/2011 18:00 CET
Qualche invenzione, qualche sbandatura e qualche imprecisione, ma tutti sono certi che ha ormai un piede nella fossa e che deve convivere serenamente con il suo male.
E’ in edicola il nuovo numero di Panorama, con in copertina “il duellante” Steve Jobs.
L’ottimo articolo d’apertura di Giorgio Ieranò è veramente consigliabile, c’è un parallelo dell’inconsapevole CEO di Apple con la letteratura di Sofocle, niente di meno. Assolutamente interessante anche la lettura del parere da esperta di Melania Rizzoli, che spiega la visione da ex ammalata di tumore (naturalmente dando per scontato che Jobs ne sia ancora affetto, nessuno lo sa con certezza).
Da New York City Marco de Martino fa un riassunto della vita e carriera di Steve Jobs, con molti dettagli presi dagli ultimi libri sul co-fondatore di Apple come “Nella testa di Steve Jobs“. Qualche piccola imprecisione di tanto in tanto: come i 6 miliardi di patrimonio (l’autore non ha fatto in tempo a prendere l’ultimo dato di Forbes di 8,3 miliardi, pubblicato solo un paio di giorni fa), come lo studente a cui Jobs ha risposto male per email (era la studentessa Chelsea Kate Isaacs), come la “percentuale capestro del 30% trattenuta agli editori” (può non piacere, ma la trattenuta ha comunque una giustificazione) e come la storia dell'”iPhone 4 con design difettoso” (che invece nell’ultima versione ha un’antenna modificata e comunque il problema ce l’hanno tutti i cellulari, specialmente se il segnale è debole).
Poi il settimanale del gruppo Mondadori divaga un po’.
Ad Umberto Paolucci, ex capo di Microsoft Italia nonché responsabile del disastroso progetto del portale del turismo italiano, si chiede un giudizio su Steve Jobs. Lui, che probabilmente non lo ha mai visto, non può che sfoderare aziendalmente la questione di quei 150 milioni di dollari che Microsoft investiva nel 1997, quando rientrava il co-fondatore di Apple come iCEO. La salvezza di Apple è stata Steve Jobs e non certo quel ridicolo acquisto di azioni AAPL (che se Microsoft le avesse tenute avrebbe guadagnato molto).
Arrivano le cantonate più notevoli con l’articolo di Guido Castellano, il quale trova una foto di gruppo dei dirigenti di Apple e crede che Tony Fadell sia ancora in carica ed uno dei papabili alla sostituzione di Jobs. Invece “il padre dell’iPod” (che deve però dividere il titolo con Jon Rubinstein) dal 24 marzo 2010 non collabora più con Apple.
Nella lista dei dirigenti che più rendono Apple una realtà solida, anche senza Steve Jobs, l’articolista dimentica come minimo Ron Johnson, che è a capo del settore Apple Store e Bob Mansfield, il responsabile dell’hardware (e non software come ha scritto un altro magazine economico, decisamente più distratto, qualche giorno fa).
Si legge anche che il “supplente” Tim Cook avrebbe guadagnato 59 milioni di dollari in stock option. Il dato non si sa da dove arrivi, di certo c’è che esattamente 12 mesi fa ne ha presi 22 milioni, il resto mancia.
“Colpo di scena: tutti lo davano per spacciato, malato e con poche settimane di vita” scrive Castellano riferendosi a “Jobs sul palco, come sempre” in occasione della presentazione del’iPad 2 di mercoledì scorso. Si vede che il National Enquirer è la lettura preferita di Castellano. La sorpresa è stata di tutto il mondo, tranne per i nostri lettori (abituati a scoop di questo tipo) che avevano saputo in assoluta esclusiva, 36 ore prima, che il CEO di Apple ci sarebbe stato.
Ancora, secondo l’autore del pezzo l’iPad 2 costerà esattamente come prima, invece la seconda generazione del tablet ha prezzi sconosciuti fuori dagli Stati Uniti.
Infine i “10 miliardi di brani acquistati e scaricati da iTunes” è un dato piuttosto vecchio, visto che questo traguardo veniva tagliato nel febbraio 2010. Sarà stata pur scaricata qualche altra canzone in 12 mesi?
Chiude il gruppo di articoli che Panorama dedica a Steve Jobs un riempitivo sui nerd. Giuseppe de Bellis, uno che se ne intende di immagini indiscrete e scriveva così delle foto del National Enquirer, ci assicura che Steve Jobs “resta sempre quello dagli occhialoni spessi, anche adesso che usa soltanto quelli invisibili”. Prima degli attuali occhiali alla “John Lennon” con montatura metallica tonda e sottile Jobs non indossava occhiali, semplicemente, basta vederlo in qualche foto d’annata. Chiedere a Bill Gates se per caso non era lui che li aveva, magari con il nastro isolante bianco sopra al naso, come l’iconografia ha sempre dipinto la categoria dei nerd (secchioni ed imbranati). Quelli veri.