Steve Jobs ribadisce al telefono: “non tracciamo nessuno”
27/04/2011 20:00 CET
Era evidentemente necessario dirlo in prima persona al giornale che più segue i desideri di Cupertino, quando c’è da propagare il verbo. Aggiornato.
Steve Jobs si è fatto intervistare telefonicamente dal blog tecnologico del Wall Street Journal, in mano ad Ina Fried.
Non è bastata la dichiarazione ufficiale di Apple sulla questione del tracciamento dei movimenti degli utenti dei dispositivi iOS. Il CEO di Apple aveva già ufficiosamente negato, ma lo ha voluto ribadire: “non abbiamo tracciato nessuno, quei file servono solo per uno studio di massa anonimo effettuato su decine di milioni di iPhone in circolazione”.
La tecnologia coperta da un apposito brevetto (illustrato accanto) non è mai stata spiegata bene secondo Jobs: “quando le nuove tecnologie arrivano nella società c’è un periodo d’aggiustamento ed educazione, noi e l’intera industria di settore non abbiamo fatto un buon lavoro nell’educare la gente, molti sono arrivati a conclusioni sbagliate nell’ultima settimana”.
Apple dovrà testimoniare al Congresso e presso altri enti che hanno richiesto spiegazioni, sarà quello il momento per chiarire. “Onoreremo certamente la loro richiesta” ha concluso Jobs.
Sono in arrivo altri commenti da Scott Forstall e Phil Schiller.
Aggiornamento del 27/04/2011: in conclusione sono arrivati ulteriori dettagli della conversazione telefonica. Steve Jobs spiega che “Apple è una società piena di ingegneri, quando arrivano accuse la prima cosa che vogliamo fare è scoprire la verità, la qual cosa necessita di un po’ di tempo. Ci sono voluti un paio di giorni e poi abbiamo dovuto scrivere una spiegazione in modo comprensibile, perché l’argomento molto high-tech. Ci siamo arrivati in meno di 1 settimana”. Scott Forstall sottolinea che quei 2 MB di dati sono tutti anonimi. Infine il CEO di Apple non vuole discutere su quando uscirà dalla fase di malattia.
