Apple: negare sempre e tutto, anche l’evidenza di un brevetto?

26/04/2011 11:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Non succede per caso che i dispositivi iOS siano in grado di tracciare la posizione geografica degli utenti, immagazzinare lo storico dei movimenti ed eventualmente metterlo a disposizione per pubblicità oppure altri fini. Ecco le prove. Aggiornato.
3 settimane fa Apple ha chiesto di registrare il brevetto intitolato Location histories for location aware devices (storico dei movimenti per dispositivi che riconoscono la posizione).

17-10987b_brevettolocationhistoryL’inventore Ronald Huang è, non a caso, il senior engineering manager del settore location e motion del sistema operativo mobile iOS.

Apple ha voluto, studiato, realizzato, applicato la tecnologia che traccia i movimenti degli utenti e non serve a nulla che Steve Jobs neghi, accusando solo la concorrenza invece di ammettere che è necessario oppure chiedere scusa. Il sistema, oltretutto, funzionerebbe anche se l’utente lo vuole disattivare ed avrebbe la capacità di trasmettere i dati (ovviamente addebitando tutto sulla bolletta dell’utente, questo non lo nota nessuno di chi ha abbonamenti “unlimited”) a server remoti.

Il cerchio si chiude, più chiaro di così!

Come nota l’ostinato/odiato Ryan Tate di Gawker quest’ultimo di Apple non può essere considerato un incidente. La ri-scoperta di settimana scorsa ha ravvivato le critiche e non solo, sono già fioccate le prime cause degli utenti che vogliono preservare la propria privacy o, per lo meno, avere la gestione della stessa in loro possesso.

Il senatore Franken aspetta Apple e Google a braccia aperte il 10 maggio alle ore 10 di Washington, per un chiarimento ufficiale.

Aggiornamento del 26/04/2011: l’avvocatura generale dello stato dell’Illinois vuole incontrare Apple e Google per discutere della privacy.



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