Sembrava cosa fatta lo stabilimento degli iPad in Brasile…
30/09/2011 07:00 CET
Le tasse brasiliane erano e restano il problema, Foxconn rischia di far saltare tutto. I difficili negoziati sono in stallo.
Il gigante cinese che assembla prodotti Apple e non nelle fabbriche orientali aveva trovato conveniente scegliere il Brasile per realizzare iPad.
La dislocazione a Jundiaí sarebbe stata pronta per dicembre, secondo le ultime notizie, ma l’agenzia Reuters nelle ultime ore ha avvertito che il progetto sembra ora in bilico e che Foxconn potrebbe congelare l’apertura della fabbrica, l’assunzione di personale locale e la produzione di iPad per il mercato locale.
Solo i prodotti non importati in Brasile possono essere venduti a prezzi ragionevoli, altrimenti gravati da pesanti tasse che rendono, per esempio gli iPad, accessibili solo ad una clientela d’elite.
Foxconn aveva chiesto garanzie ed un occhio di riguardo, se era arrivata fino a questo punto era legittimo pensare che aveva ottenuto tutto quello che voleva dalle autorità brasiliane, per investire almeno 12 miliardi di dollari. Un progetto che piaceva anche alla Turchia.
Il ministro Aloizio Mercadante ha ammesso “negoziazioni molto complesse e difficoltà” con Foxconn.
In settimana un report di JPMorgan Chase era circolato tra gli investitori ed aveva penalizzato la quotazione delle azioni Apple, perché sembrava che gli ordinativi di iPad fossero stati ridotti del 25% (da 13 a 17 milioni di unità). Ammesso che le informazioni di Gokul Hariharan fossero genuine, non si teneva conto dell’imminente avvio della produzione di iPad in Brasile. Ma ora i conti non tornerebbero se Foxconn non arriverà al taglio del nastro del nuovo impianto nello stato di San Paolo.