Occhio di riguardo di Apple in Brasile con tasse esagerate?
12/04/2011 08:00 CET
Le importazioni brasiliane potrebbero diventare meno costose se Apple fabbricasse i prodotti in loco. Passi avanti o passi indietro? Aggiornato.
I paesi BRIC – Brasile Russia India Cina sono quelli a cui tutti mirano per lo sviluppo dell’economia mondiale, un bacino di 2,9 miliardi di possibili compratori.
Apple, come altri, soffre in modo particolare dalla situazione brasiliana. Da molto tempo la vendita dei prodotti Apple è riservata a persone con i portafogli imbottiti, non tutti possono sostenere i costi gonfiati dalle tasse delle importazioni che gravano su Mac, iPad, iPod, iPhone, etc.
La soluzione sarebbe aprire una fabbrica in Brasile. Sono circolate voci in tal senso, ma nulla di ufficiale è emerso finora o da parte di Apple stessa (che ha rinunciato alle fabbriche da anni) o dalla cinese Foxconn, per un eventuale impianto a Jundiai.
E’ confuso lo status attuale, non è ben chiaro se Apple abbia registrato appositamente una nuova società nello stato di San Paolo, visto che sarebbero arrivate smentite.
Certo sarebbe ora di risolvere la situazione, o con una revisione dei costi d’importazione dei prodotti tecnologici in Brasile oppure con partnership locali per produrre almeno la parte di maggior successo del listino di Apple. Non si può rinunciare ad uno sbocco commerciale così grande.
Aggiornamento del 12/04/2011: Dilma Rousseff, da pochi mesi nuovo presidente del Brasile, da Pechino ha dichiarato che Foxconn intende investire 12 miliardi di dollari per una fabbrica di monitor nel suo paese. Inoltre il ministro brasiliano della tecnologia Aloizio Mercadente ha confermato che Apple è alla ricerca di un impianto per assemblare tablet in sud America e che la decisione sarà presa entro novembre.