Ricetta Foxconn: 1 mln di robot al posto degli operai scocciatori
01/08/2011 07:05 CET
Questi sì che non danno problemi e vogliono solo un po’ di olio per ungere le guarnizioni, non si suicidano e non vogliono andare in bagno durante il turno di lavoro. Inversione di tendenza per la disoccupazione futura in Cina?
Che rompiscatole questi operai 16enni che arrivano dalla campagna cinese con bagaglio un fagotto di vestiti, che bruciano se scoppia un incendio, che vogliono gli straordinari se lavorano 80 ore alla settimana, che tentano di far valere i loro diritti di lavoratori, che trovano il tempo di suicidarsi gettandosi dall’ultimo piano delle palazzine-lager dove dormono per poche ore al giorno.
Sembra che queste motivazioni siano alla base di una scelta epocale per Foxconn in Cina: in 3 anni 1 milione di robot sostituirà la forza lavoro umana, con evidenti impatti sui guadagni ma pure sull’economia galoppante della Cina. La succursale di Hon Hai Precision Industry dà 1 milione di salari (lasciamo perdere se adeguati o meno) in quel paese con 1,3 miliardi di abitanti.
Il CEO Terry Gou lo ha comunicato alla stampa asiatica venerdì scorso: “abbiamo già 10.000 robot al lavoro, saranno 300.000 nel 2012 e poi 1 milione in 3 anni”. Con questa prospettiva staranno festeggiando in Brasile, dove hanno concesso agevolazioni finanziarie a Foxconn per aprire impianti nel paese e dare lavoro ai tanti disoccupati?
Foxconn è uno dei principali assemblatori per Apple, oltre che molti altri marchi dell’elettronica internazionale, infatti è stato proprio il caso di iPod City del 2006 a far emergere i problemi relativi al personale. A Cupertino conoscono le violazioni e le hanno parzialmente risolte.