Violazioni scoperte nel 2010 dai fornitori e commenti sui suicidi
14/02/2011 23:30 CET
Apple pubblica il rapporto sulle investigazioni fatte presso le fabbriche dove si assemblano o producono i prodotti che hanno tanto successo in tutto il mondo.
A pochi giorni dall’annuale assemblea degli azionisti, Apple pubblica il nuovo Supplier responsibility progress report del 2011, relativo alla condotta dei fornitori ed assemblatori durante l’anno 2010.
Questo è il quinto della serie, a cui Apple è stata costretta dopo lo scandalo iPod city, perché è comodo non avere più fabbriche di proprietà, ma a Cupertino non possono lavarsi le mani di quello che succede negli impianti asiatici che producono componenti oppure assemblano a basso costo i prodotti venduti in tutto il mondo.
Dal 2008 Apple ha istruito oltre 300.000 persone sul modo corretto di lavorare e sui loro diritti.
L’anno scorso Apple ha deciso di aumentare a 127 le ricognizioni negli impianti produttivi (erano state 39 nel 2007, 83 nel 2008 e 102 nel 2010) tra Cina, Corea, Filippine, Indonesia, Malesia, Repubblica Ceca, Singapore, Stati Uniti, Tailandia e Taiwan, sfortunatamente ha scoperto ben 37 violazioni fondamentali, una sorta di “più cerchi e più trovi”. In 30 di questi impianti gli ispettori di Apple sono dovuti tornare più volte per fare controlli ripetuti ed accertarsi dell’applicazione dei correttivi. C’è stato un tentativo di corruzione degli ispettori ed un altro di dare risposte guidate dall’azienda.
Gli assemblatori che hanno assunto ragazzi di età inferiore ai 16 anni (il minimo in Cina per lavorare) sono stati 10 (per un totale di 49 ragazzi) e nel caso di 1 impianto con 47 minori Apple ha interrotto il rapporto, obbligando i giovani a tornare in famiglia ed a scuola.
Gli impianti dove si sono usati materiali chimici potenzialmente pericolosi sono stati 80. Le accuse sull’impiego di esano non erano proprio campate in aria. I fornitori di Apple che usano oro (116 + 41), stagno (125 + 43), tantalio (23 + 12) o tungsteno (23 + 13) per produrre le componenti necessarie sono costantemente monitorati.
La situazione presso Foxconn a Shenzhen è certamente la più preoccupante, con una dozzina di tentativi di suicidio nel corso del 2010. Apple affronta l’argomento a pagina 18, sostenendo che nel giugno scorso il COO di Apple Tim Cook ed un paio di esperti hanno visitato l’impianto ed incontrato i dirigenti. Apple ha commissionato investigazioni indipendenti ed in agosto i risultati sono stati forniti a Terry Gou, amministratore di Foxconn, per prendere i dovuti provvedimenti (compresa l’installazione delle famigerate reti). Apple continuerà a servirsi di Foxconn.
E’ anche vero che in questi impianti, nel 40% dei casi, solo Apple va a controllare la situazione.
Accanto sono mostrati i risultati del 2010, confrontati con quelli del 2009 nelle strisce di colore scuro. Valutate da soli se si tratta solo di miglioramenti. Qui sotto la lunga lista delle violazioni maggiori e secondarie scoperte da Apple, con gli eventuali provvedimenti presi dall’azienda di Cupertino. C’è ancora molto da fare per avere la coscienza pulita.