Amazon lo ha già fatto, oggi lo farà Google. Musica sul cloud
10/05/2011 08:00 CET
Apple battuta sul tempo. Al Google I/O di oggi potrebbero essere ufficializzati i servizi multimediali online che diano maggior senso a Google TV ed amplificare il volume su Android. Ma le major approvano?
C’è molta carne al fuoco sul barbecue di Google, che oggi pomeriggio alle ore 18 (italiane) aprirà l’annuale Google I/O a San Francisco. Certo la notizia dell’acquisizione di Skype da parte di Microsoft mette un po’ i piedi nel piatto, ma a Mountain View sanno incassare anche le sconfitte e concentrarsi su altri temi. Per esempio quello dell’evoluzione del multimedia sul cloud.
Abbiamo già visto che Amazon con Cloud Drive e Cloud Player ha realizzato una soluzione di parcheggio e streaming multimediale, funzionante anche sui dispositivi iOS.
Oggi potrebbe essere ufficializzato Google Music, anzi Music Beta by Google (il New York Times ha evidentemente rotto l’embargo della notizia) per la fase ad inviti. Il servizio di musica in streaming non avrebbe ancora tutte le licenze per farlo dalle 4 “poco innovative” etichette musicali e, tuttavia, potrebbe essere considerato uno storage personale messo sul cloud di Google senza necessità di particolari licenze.
Lo spazio disponibile gratuitamente da Google, accessibile da un normale browser, sarebbe di 20 volte quello di Amazon (5 GB).
Le priorità di Google sono certamente gli smartphone e tablet con sistema operativo Android (dalla versione 2.2 in poi, meglio se la 3 “Honeycomb”), ma è improbabile che si vogliano escludere i computer tradizionali. La grande massa di iPad/iPhone/iPod touch in circolazione potrà essere esclusa? Aspettiamoci anche che fuori dagli USA possa non funzionare in questa fase iniziale.
Analogamente per i video, YouTube ha ufficializzato che si potranno noleggiare (3 o 4 dollari per 24 ore di visione e 30 giorni di affitto, come iTunes Store in USA) 3.000 nuovi film (di non tutti gli studios di Hollywood, finora hanno firmato solo Lionsgate, NBCUniversal, Sony Pictures, Starz, WB e Weinstein) e 3.000 più antichi, ma dopo anni non ci si smuove dalla disponibilità limitata ancora solo al territorio statunitense.
Tutto per rinvigorire l’entusiasmo sulla piattaforma Google TV lanciata nel 2010? I soliti “conti senza l’oste” li avevano fatti anche quelli di Google, molti broadcaster hanno bloccato i contenuti online e la piattaforma è rimasta orfana. Sony e Logitech sul versante hardware del prodotto lamentano scarse vendite.
Apple che fa? E’ atteso il WWDC di inizio giugno per eventuali annunci di come, finalmente, l'”inquinante” data center di Maiden sarà impiegato da Apple e gli ex di Lala per la sfida iCloud.