Buon Natale anche agli operai che montano gli iPhone da Foxconn
23/12/2010 22:30 CET
Una mano sull’iPhone, l’altra sul portafogli e ce ne vorrebbe una terza da mettere sulla coscienza.
Ci siamo occupati spesso di dare conto di come i prodotti di Apple e di altri famosi marchi dell’elettronica vengono prodotti in Cina, come minimo dal 2006, quando scoppiava il caso “iPod city”.
Foxconn a Shenzhen, nel sud della Cina, gestisce una mastodontica fabbrica che, tra le altre cose, sforna 90 iPhone al minuto. Questa sarebbe stata apprezzata da Steve Jobs e non sarebbe poi così male. D’altronde, se fossero ancora vivi, basterebbe chiedere se è vero ai dipendenti che si sono suicidati dopo questa esperienza.
Con la recente visita dei reporter di Gizmodo & Wired abbiamo visto che qualche passo avanti è stato fatto per migliorare la cittadella dove i giovani operai vivono e lavorano. Tuttavia vivere dietro alle sbarre, senza aver commesso crimini, non sembra il massimo ed anche se ci fosse stato l’ipotizzato aumento delle paghe di tanto in tanto c’è qualcuno che tenta di buttarsi giù dai dormitori.
L’ultima testimonianza di quello che succede nelle fabbriche Foxconn ce la fornisce il quotidiano francese La Vie, con un video girato solo all’esterno dell’impianto cinese, tra gli operai da un massimo di 366 euro al mese (compresi gli straordinari sono 13 ore al giorno per 6 o 7 giorni alla settimana) e nelle vicinanze dei centri d’assunzione.
Il corrispondente Jordan Pouille racconta che tra i miglioramenti nella cittadella da 300.000 dipendenti vanno notati i tanti negozi sorti, principalmente per far spendere gran parte dello stipendio guadagnato dagli operai sulla catena di montaggio. Anche il costo della visita medica per la dichiarazione di forte e robusta costituzione, richiesta al momento dell’assunzione, è a carico del candidato.
Quando scorrete il dito sul display di un iPad oppure iPhone pensate per un istante anche a come si è arrivato a questo strabiliante oggetto hi-tech.
Oggi Silvio Berlusconi, alla conferenza di fine anno, ha dichiarato che l’Europa si deve dare una sveglia al cospetto dei giganti asiatici che sommergono il resto del mondo di prodotti a buon mercato, Cina compresa. Forse è la Cina che deve essere costretta ad assicurare migliori condizioni di vita alla sua forza lavoro.