Rieletto il board di Apple e cosa è successo a Cupertino
25/02/2010 23:30 CET
La cronaca diretta dell’incontro annuale tanto temuto da Jobs, affermazione che fa ridere tutti i presenti ma che invece dovrebbe far temere su quanto viene considerata l’opinione dell’investitore. Aggiornato.
Nell’odierna assemblea degli azionisti di Apple, che si è tenuta oggi a Cupertino, era presente tutto il consiglio d’amministrazione uscente e molti dei dirigenti dell’azienda ad occupare le prime due file del Town Hall del campus di Cupertino. Steve Jobs in primis.
Innanzitutto il CEO di Apple sembra in salute, magro ma in forma per affrontare il meeting. Un appuntamento mancato solo l’anno scorso perché era a curarsi ma che, seppur temuto molto, resta nell’agenda di Jobs.
Andando con ordine, l’assemblea è stata valida perché hanno partecipato ai voti l’82,5% delle quote rappresentate. Sono passate, ad un conteggio preliminare, tutte le proposte dell’azienda e non sono state approvate le due degli azionisti (istituzione di un dettagliato sustainability report ed uno speciale board di sustainability).
Naturalmente la più attesa delle votazioni ha visto la rielezione completa dei consiglieri d’amministrazione. Andrea Jong, unica donna del gruppo, diventa co-lead al posto di Bill Campbell. Mancava, come noto, Eric Schmidt, CEO di Google, che tempo fa ha abbandonato il consiglio d’amministrazione di Apple, ma Steve Jobs esprime un giudizio positivo sul suo ex consulente: “ha fatto un ottimo lavoro”. Più in generale Apple si felicita di incontrare a Cupertino 4 o 5 volte all’anno queste persone dalla grande esperienza e competenza.
Per rispondere alle domande degli azionisti sono saliti sul palco della sala delle presentazioni assieme al CEO, il COO ed il CFO (che poi sono Tim Cook e Peter Oppenheimer).
Stimolati da una domanda sulla maggiore trasparenza dell’azienda quotata in borsa (che spesso non comunica se compera aziende, se assume, se licenzia, etc) Jobs ha risposto che sono decisioni che prende il board e non gli azionisti, il CFO ha aggiunto che con la SEC è tutto in regola ed ogni cosa viene comunicata a norma di legge.
Un azionista ha suggerito a Jobs cosa fare dei 40 miliardi di dollari che Apple ha in cassa: “comperatevi Tesla”, la casa automobilistica californiana specializzata in vetture elettriche dalle altissime prestazioni. Il CEO di Apple ha rassicurato che avere tanto cash significa sicurezza e flessibilità nei rischi che si prende l’azienda quando investe. Per ora di dividendi non se ne parla.
Avere un prezzo elevato delle azioni è l’obiettivo di Steve Jobs per i suoi azionisti, uno di questi interviene per ringraziare l’azienda di avergli permesso di andare in pensione da trentenne, dopo essersi (evidentemente) arricchito con i titoli di Cupertino comperati nel 1998.
Apple è felice di come vende i suoi prodotti all’estero. I mercati internazionali valgono il 58% del fatturato dell’ultimo trimestre. Tuttavia qualcuno ha suggerito all’azienda di allargare gli orizzonti perché tutta questa positività sulle attività fuori dagli USA sembra decisamente sopravvalutata. Jobs ha semplicemente ringraziato sul suggerimento ma non ha voluto sapere di più, a riprova che in effetti è sempre del mercato interno che Apple si occupa di più.
Comunque arriva una notizia interessante, l’obiettivo di Apple è di aprire ben 25 Apple Store in Cina entro un tempo imprecisato. Forse in soli 18 o 24 mesi.
Un critico di Al Gore ma entusiasta dei prodotti Apple interviene per sottolineare quanto l’assistenza AppleCare sia valida e chiede all’azienda di pubblicizzare di più e meglio questo servizio.
Sui temi ambientali Apple non teme confronti, Jobs preferisce fare che sbandierare gli avanzamenti. Altre aziende concorrenti, se e quando faranno qualcosa di analogo, saranno volentieri paragonate, ma per ora a Cupertino sono i leader dell’innovazione ecologica.
A questo punto una signora chiede quali sfide teme di più il consiglio d’amministrazione e Jobs in particolare: “le assemblee degli azionisti” e giù tutti a ridere. Probabilmente il confronto con la gente, anzi con chi investe soldi per far progredire l’azienda, è una fatica o una sventura.
Alla domanda se il processo di approvazione dei software per App Store è una cosa sostenibile per un settore in forte crescita, Jobs risponde che “attualmente va tutto bene”.
Un rappresentante di uno User Group chiede perché agli associati non vengono più aperte le porte dei campus di Cupertino (come molti anni fa accadeva con regolarità) ed il CEO spiega che ci sono problemi di gestione e di sicurezza.
Alla fine interviene la tipica mamma del Wyoming e chiede quando apriranno un Apple Store nel suo stato oppure in quelli confinanti, ancora privi. Ancora risate, chissà se bisogna più ridere o piangere, di negozi di Apple ce ne sono ben 220 in USA.
Ecco i consiglieri, con l’anno d’ingresso in Apple e le altre loro collaborazioni, a vari livelli: Bill Campbell, Millard Drexler, Al Gore, Andrea Jung, Arthur Levinson (l’ex CEO di Genentech è rimasto nel board di Apple, preferendo lasciare Google), Jerry York e naturalmente il CEO Steve Jobs.
Aggiornamento del 25/02/2010: si legge in giro da chi riporta notizie senza verificarle che Jobs avrebbe accennato alla possibilità di uno split delle azioni di Apple. Semplicemente non è vero, mai affrontato l’argomento.