Indonesia: 2 in carcere da mesi per smercio d’iPad senza manuale

05/07/2011 21:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Non tanto per aver rivenduto i tablet con un piccolo guadagno, ma perché è obbligatorio fornire un manuale scritto nella lingua locale assieme ad ogni prodotto straniero.
Dian Yudha Negara e Randy Lester Samusamu, il primo 42enne ed il secondo 29enne, sono nelle prigioni di Giakarta dal novembre scorso, qui rischiano al massimo 5 anni di cielo a quadretti nel penitenziario Salemba.

Alla vigilia del processo apprendiamo che il loro crimine principale è stato comperare qualche iPad da 64 GB (a seconda delle fonti 2, 8 oppure 12) a Singapore, mentre erano in vacanza, per venderli al loro rientro in Indonesia. Naturalmente con un certo guadagno, ma minimo a quanto pare, non si tratta di esperti dei mercati paralleli come quelli visti altrove: li hanno comperati per 8,5 milioni di rupie e rivenduti su Kaskus per 8,6 milioni (680 euro di costo ed 8 euro di guadagno).

I 2 ragazzi, laureati del Bandung Institute of Technology ignoravano che commettevano un reato vendendo in Indonesia i prodotti elettronici, evidentemente privi di manuali scritti in bahasa, ovvero la lingua indonesiana. Una legge locale lo prescrive obbligatoriamete. Peccato per loro che un cliente di quegli iPad fosse un poliziotto sotto copertura.

L’Apple Store indonesiano ha ancora in listino solo gli iPad di prima generazione in quel paese (ad un prezzo compreso tra 4 e 7,3 milioni di rupie, ovvero circa 320-584 euro), tuttavia non sembrano più disponibili. I rivenditori indonesiani hanno già esaurito tutte le scorte di iPad, ovviamente con documentazione in inglese. Le autorità non avrebbero dato il permesso di vendere iPad, tanto meno senza manuali in lingua bahasa.



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