Greenpeace al MacExpo regala mele bio
27/10/2006 07:00 CET
Ieri a Londra gli attivisti si sono presentati un quarto d'ora prima dell'apertura del MacExpo, davanti all'ingresso principale con i visitatori pazientemente e diligentemente incolonnata.
Otto ragazzi in T-shirt hanno sfidato il clima londinese mattutino e si sono appostati sul marciapiedi antistante il National Hall di Olympia.
Da subito si sono capite le loro pacifiche intenzioni.
La maglietta sul retro indicava l'indirizzo dell'ormai noto GreenMyApple.org con la richiesta al CEO di Apple: "come on Steve, I want my Apple toxic free" (dai Steve, voglio che la mia Apple non usi materiali tossici) e sul davanti una ragazza su fondo verde tiene in mano una mela morsicata appesa ad un filo che disegna un cuore.
Sorrisi sui visi della gente incolonnata.
In mano agli attivisti una mazzetta di volantini da distribuire, ma non solo…
Tre casse di mele provenienti da coltivazioni organiche inglesi erano pronte davanti alle porte del MacExpo per una distribuzione del frutto in questione (apple in inglese, nel caso qualcuno lo ignorasse, significa mela, ndr), tutte sane e prive di sostanze tossiche.
Ad ogni visitatore è toccato un volantino ed una mela.
Sul foglio, distribuito anche all'interno del MacExpo da un piccolo stand ai margini della sala, tutte le lamentele degli ecologisti contro non la peggiore azienda ma quella più amata. Chiedono ad Apple di diventare "più verde".
Aggiornamento del 27/10/2006: nella giornata di ieri i ragazzi di Greenpeace hanno abusato un po' della pazienza delle persone "sulla loro strada", ad ascoltare dli organizzatori pare che la distribuzione di volantini e di mele sia diventata man mano sempre più forzata e che in nove abbiano protestato con l'organizzazione XPO Group. Tutte le lamentele sono state a livello personale, degli addetti all'esposizione o dei visitatori, nessuna protesta da parte delle aziende presenti a Londra (Apple compresa). Greenpeace avrebbero costretto anche una mamma con in braccio un bambino a tenere mela e volantino e a farsi fotografare, senza autorizzazione. Ci ha spiegato Bob Denton, responsabile di XPO Group, che dopo il primo avviso bonario fatto a Greenpeace si è visto costretto, controvoglia, ad espellere l'associazione ecologista dalla fiera, nonostante il pagamento di 1.200 sterline per lo stand. Questa mattina Greenpeace manifestava all'uscita della più vicina fermata della metropolitana Kensington Olympia, su Olympia Way. Dopo qualche minuto sono stati avvicinati dalla security della metropolitana che ha chiesto loro di allontanarsi perché si trattava di area privata. Abbiamo verificato questo particolare all'angolo della strada ed era tutto vero.
Dal canto suo Apple sembra voler dettare ad XPO Group la corretta dichiarazione da distribuire agli interessati, Sheryl Seitz suggerisce, in sintesi: "Greenpeace ha violato l'accordo con MacExpo sottoscrivendo un contratto per uno stand fornendo un nome falso, dopo svariate proteste per il comportamente scorretto di Greenpeace, l'organizzatore è stato costretto ad espellere l'espositore dalla fiera".
Aggiornamento del 30/10/2006: Greenpeace risponde alle accuse di XPO Group, riportate sopra, con questa versione che ci fa pervenire Salvatore Barbera e che non esitiamo a pubblicare: "le persone che ci hanno gentilmente avvicinato fuori dalla stazione della metropolitana erano della sicurezza dell'expo, non della Transport for London e ci hanno chiesto di non stanziare sul loro lato della strada poiché di loro proprietà […] la storia della foto al bambino è montatissima, facevamo delle foto e una mamma non voleva che suo figlio fosse fotografato, abbiamo cancellato la foto davanti a lei".