Foxconn sta per essere sommersa da una nuova ondata di critiche
11/10/2010 07:02 CET
Continuano gli abusi ai lavoratori presso l’azienda che assembla i principali gadget elettronici, iPhone compreso.
Negli stabilimenti Foxconn di Kunshan, Shangai, Shenzhen, Taiyuan e Wuhan i dipendenti non hanno mai potuto godere di quell’aumento della paga promesso in giugno (20 o 30% che sia), perché sono aumentate le spese a carico del lavoratore, che quindi non ha mai messo in tasca più del 9,1% in più.
Per quanto Apple (tra i clienti di questo assemblatore asiatico con 137.000 iPhone al giorno) si dica preoccupata dei diritti dei lavoratori e certa che Foxconn stia reagendo nel migliore dei modi, GlobalTimes pubblica i risultati di una ricerca interna all’azienda, ancora non ufficializzata: tra i 1.736 lavoratori intervistati il 16,4 dichiara “violenze aziendali”, il 38,1% che la privacy degli individui è stata violata dal management ed il 54,6% ha subito ramanzine.
Foxconn abuserebbe anche della qualifica di intern/tirocinante per quelle figure (spesso studenti) che seguono una sorta di praticantato, che non dovrebbe oltrepassare le 8 ore giornaliere di lavoro. Non solo a costoro verrebbero richiesti straordinari ma non verrebbe offerto loro un regolare contratto.
Secondo chi ha potuto vedere la lista Foxconn avrebbe istituito 127 tipi di punizioni per gli operai. Almeno per un operaio che lavora da 16 anni per Foxconn la regolare visita medica non sarebbe avvenuta più di 2 volte in tutto questo periodo.
Ci vuole coraggio per fare le pulci all’azienda che ha promesso 400.000 assunzioni. Ne avrà la forza il governo cinese?
Qui sotto possiamo vedere gli impiegati imbrigliati nei loro dormitori, da dove è più difficile suicidarsi lanciandosi nel vuoto.
Aggiornamento del 12/010/2010: Foxconn smentisce categoricamente lo studio e preannuncia l’aumento dei salari a breve (per l’85% della forza lavoro), secondo l’azienda i 937.000 dipendenti hanno condizioni di lavoro totalmente in regola e rispettose.