Foxconn riapre gli impianti di lucidatura, ma non a Chengdu
03/06/2011 14:00 CET
Sperando che altrove siano stati presi provvedimenti di sicurezza, nella fabbrica dove è successa la tragedia restano i sigilli della polizia.
Contrariamente a quanto affermava ieri il Wall Street Journal, oggi IDG News ci spiega che tutti gli impianti di lucidatura di Foxconn hanno riaperto, tranne quello esploso a Chengdu.
La “non accidentale” disgrazia è da ricondurre all’infiammabile polvere d’alluminio ossidata presente ovunque nella fabbrica, ma le investigazioni (se non saranno insabbiate) non sono ancora terminate e non hanno dato un responso definitivo, compreso quello delle responsabilità.
Una data di riapertura ancora non è stata decisa. L’impatto sull’assemblaggio di iPad c’è ma è sconosciuto, qualcuno ha fatto stime ma non esiste ufficialità. Gli altri stabilimenti di Foxconn, specialmente il mega impianto di Shenzhen, assemblano iPad e pure da più tempo di quello di Chengdu.
La filiale del gruppo Hon Hai Precision è tanto potente, con l’assunzione di centinaia di migliaia di operai, che tutto possiamo attenderci dalle autorità locali. Il business è troppo grande per essere rallentato per troppo tempo, nonostante 3 morti e 15 feriti, senza contare lo strano suicidio a seguito degli eventi.