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Casta hi-tech. Onorevoli imparano ad usare l’iPad, vediamo come
01/02/2011 20:00 CET
di Fabio M. Zambelli
Che noia stare alla Camera 4 giorni alla settimana a spese del cittadino, distrarsi guardando qualche fanciulla poco vestita fa passare più velocemente il tempo. La tristezza all’italiana.
Se vogliono la tecnologia sanno usarla, ci capiscono poco, ma con l’iPad non hanno grandi difficoltà. Loro sono i nostri rappresentanti al Parlamento.
Uno di loro è stato immortalato pochi giorni fa in una sequenza fotografica che potete vedere su Oggi, il settimanale del gruppo RCS ha deciso di non pubblicare l’identità e camuffare leggermente il viso, ma il Corriere del Mezzogiorno (sempre del gruppo RCS) ha rivelato il nome: Simeone di Cagno Abbrescia.
Cosa consultasse il 65enne parlamentare pugliese durante una seduta della Camera lo lasciamo alla vostra intuizione. In lingua anglosassone c’è l’acronimo NSFW (non adatto al posto di lavoro) che dovrebbe far intendere quali siti è meglio evitare in ufficio. L’ufficio di questo signore è “solo” il luogo più sacro della democrazia italiana, dove si legifera e si disegna il futuro del nostro povero paese alla deriva.
Oggi ricorda invano ai suoi lettori che l’ex ministro australiano Paul McLeay si era dimesso quando si fece scoprire a guardare film pornografici dal computer del Parlamento, la sua dichiarazione fu: “sono umiliato, è stato un errore ma mi rendo conto che la comunità si aspetta standard più alti”. Invece questa la difesa del nostrano onorevole: “in certi momenti bisogna stare in aula anche se il dibattito non è avvincente”. Sì, qui ci accontentiamo di standard decisamente più bassi.
Tra le attività parlamentari dell’annoiato politico leggiamo che la prima è stata una proposta di legge per “istituire speciali unità di accoglienza permanente per l’assistenza dei pazienti cerebrolesi cronici”, mentre tra le ultime gli “interventi per il sostegno dell’imprenditoria e dell’occupazione giovanile e femminile”. Se qualcuno ci trova dell’ironia, faccia pure.
Ora riaffiorerà certamente la richiesta fatta qualche tempo dal sottosegretario Laura Ravetto: vietare la presenza dei fotografi al Parlamento, soprattutto se dotati di “pericolosissimi” teleobiettivi.
Eppure qualche altro politico e regnante ha scoperto come usare al meglio l’iPad, per esempio il tedesco Jimmy Schulz, il norvegese Jens Stoltenberg, l’italiano Angelino Alfano ed il principe olandese Willem-Alexander.