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Altri suicidi cinesi, non solo per gli impianti dei prodotti Apple
08/07/2011 09:00 CET
di Fabio M. Zambelli
Non buone notizie dagli assemblatori asiatici, altri casi non legati ai nomi noti dell’elettronica che indicano un generale stato di non rispetto dei lavoratori e le false certificazioni di chi dovrebbe vegliare.
Dopo aver tristemente segnalato i tragici suicidi ed incidenti vari di personale Foxconn, negli stabilimenti dove si assemblavano prodotti anche di Apple, ci arriva la nuova segnalazione di SACOM – Students & Scholars Against Corporate Misbehaviour (non ancora pubblicata online).
Questa volta Apple, Nokia, Sony e gli altri giganti dell’elettronica non sembrano essere coinvolti indirettamente, perché la 45enne Hu Nianzhen che ha perso la vita il 16 maggio scorso lavorava nell’impianto Sturdy Products di Shenzhen, specializzato nella realizzazione di giocattoli per Disney, Mattel e Wal-Mart, come le macchinine di Cars oppure le Hot Wheels.
La signora si è “classicamente” gettata dal tetto della palazzina della fabbrica, dopo aver subito un rimprovero dai suoi responsabili.
Un motivo in più per credere che è il tenore di vita e rapporti di lavoro che si mantengono in Cina, dalla più grande Foxconn in poi, a doverci preoccupare. Le certificazioni dei posti di lavoro sono da prendere con le molle, SACOM fa notare che l’impianto in questione sarebbe stato certificato da ICTI Care, ma che in realtà si tratterebbe di una finzione di facciata per lavare la coscienza. SACOM ha identificato, tra l’ottobre 2010 ed il febbraio 2011, 5 impianti certificati da ICTI Care con violazioni delle norme base della tutela dei lavoratori.
Un paio di giorni prima era stato il turno di Shuiyin Peng, gettatasi dal quinto piano della fabbrica sita in Tangxia e che si occupava di prodotti Coach, Diesel e Gucci. La lista sembra veramente interminabile.
Foxconn, braccio operativo della gigantesca Hon Hai Precision, è la 60esima azienda in classifica nel Fortune Global 500 per fatturato, utile, asset e numero dipendenti. Apple ed altri si servono da anni di questa manodopera asiatica, in attesa dello sbarco in Brasile.