Con vignette e cartoni Apple può togliere il paraocchi
27/04/2010 07:00 CET
Con le stesse identiche modalità con cui l’App Store non ha riconosciuto la differenza tra diffamazione e satira fatta dall’ultimo vincitore del premio Pulitzer, continuano ad essere rifiutate le caricature. Questa volta sul discusso golfista Tiger Woods.
La censura di Apple continua a sbattere il grugno dove già si è fatta male. Avanti fino al sangue e poi continuare ancora anche quando spunta l’osso!
Steve Jobs aveva definito “un errore a cui è stato posto rimedio” l’inciampo del software “NewsToons” di Mark Fiore, non approvato quando ancora non era un premio Pulitzer e poi accolto a braccia aperte nell’App Store dopo la vincita.
A seguito della brutta figura fatta da Apple con le vignette satiriche di Fiore l’AAEC – Association of American Editorial Cartoonists scriveva che Apple avrebbe dovuto ripensare a come inquadrava il giornalismo e la democrazia. Rifiutare le applicazioni perché “mettono in ridicolo personaggi pubblici” è una sciocchezza nel caso della satira.
Adesso che si può scherzare su Barack Obama perché non poterlo fare sul campione di golf Tiger Woods?
Infatti “Tiger Woods Cartoons” del vignettista politico Daryl Cagle è stata rifiutata per le stesse ragioni con cui era stato bloccato in prima istanza il lavoro di Mark Fiore. Cagle Cartoons nota come sia difficile per Apple comprendere la satira, la società raccoglie i disegni dei migliori cartoonisti su piazza e ne distribuisce le vignette su diversi media.
Quelle sul golfista più discusso degli ultimi mesi, alcune sono raffigurate qui sotto, hanno dovuto subire le forche caudine di Cupertino. Il controllo delle notizie, anche sotto la forma delle vignette, è uno spiacevole incidente sul quale Apple continua a cadere. A Cupertino devono aver preso lezioni da come a Cuba sia impossibile pubblicare vignette su Fidel Castro, idem per come in Egitto ed in Cina lo sia per i rispettivi presidenti.