26 anni fa, il Macintosh
25/01/2010 07:05 CET
Quel 24 gennaio è stato il punto svolta dei personal computer, finalmente l’interfaccia grafica arrivava nei mouse e tutti cominciavano a copiare.
Apple non si chiama più Apple Computer da poco più di 3 anni, segno che ormai l’azienda di Cupertino si occupa di svariati hardware, oltre a geniali software.
Ma ricordarsi delle origini è sempre bene, specialmente a 24 ore dal 26esimo compleanno del Macintosh (domenica non pubblichiamo).
Anche il computer di Apple non si chiama più così ma, amichevolmente, solo Mac. Circondato da iPod ed iPhone il Mac resta ancora un prodotto rilevante per Apple, anzi il computer di Cupertino suscita sempre più interesse e la quota di mercato sale, ecco com’è andata nel decennio precedente: 4.558.000 nell’anno fiscale 2000, 3.087.000 nel 2001, 3.101.000 nel 2002, 3.012.000 nel 2003, 3.290.000 nel 2004, 4.534.000 nel 2005, 5.303.000 nel 2006, 7.051.000 nel 2007, 9.715.000 nel 2008 e 10.396.000 nel 2009.
Le radici di Apple sono salde nella storia della Silicon Valley, alle spalle quel glorioso Macintosh 128k da 2.500 dollari, (rivalutazioni escluse) nel presente si comperano due iMac con quella cifra e, chissà, da mercoledì conosceremo un tablet che segnerà il futuro di come useremo i computer.
Orgogliosamente Apple resta sola ad usare il sistema operativo Mac OS X e non lo concede ad altri, ci investe continuamente soldi per un OS da “privilegiati” che fa sentire ogni utente di un Mac padrone del 99% delle situazioni e non succube del 99% di malfunzionamenti ingestibili.
Auguri Mac!