Il futuro dei chip per Intel è in 3D, si parte con i 22 nm
04/05/2011 19:30 CET
I nuovi transistor non saranno solo ridotti alla tecnologia di miniaturizzazione da 22 miliardesimi di metro, ma introdurranno anche il Tri-Gate. Prima demo mondiale con i modelli “Ivy Bridge”.
L’attesa “tecnologia più significativa dell’anno” è stata presentata da Intel.
Se il diametro di un capello umano misura circa 60.000 nm si può solo immaginare quanto siano piccoli i circuiti dei nuovi transistor a 22 nm, che Intel ha appena annunciato.
Oltre ai 20 nm per le memorie NAND sviluppate da Intel assieme a Micron, questa del transistor tridimensionale che usa la tecnologia Tri-Gate è la grande novità nell’evoluzione tecnologica. Si passa da una struttura bidimensionale a quella tridimensionale (allo studio dal 2002).
Il tradizionale gate planare bidimensionale “piatto” viene sostituito da un’aletta di silicio tridimensionale, ultra-sottile, che si sviluppa in verticale dal substrato di silicio. Il controllo della corrente viene ottenuto, implementando un gate su ognuno dei 3 lati dell’aletta, 2 su ogni lato e uno sulla parte superiore, anziché solo sulla parte superiore come nel caso dei transistor planari bidimensionali. Questo controllo aggiuntivo rende possibile il massimo flusso di corrente quando il transistor è in piena attività ed il più possibile vicino allo zero quando è inattivo, consentendo al transistor di passare con estrema velocità tra i 2 stati.
Solo 4 anni fa si sperimentava con la tecnologia High-k nei transistor @ 45 nm, poi si è passati dai 32 nm ed ora si rinnova ancora la miniaturizzazione del componente fondamentale dei chip.
La produzione dovrebbe partire nei più avanzati stabilimenti di Intel in Oregon, Arizona ed Israele.
La roadmap di Intel, che segue i dettami della Legge di Moore del 1965 (raddoppio dei transistor del chip ogni 24 mesi), prevede di raggiungere i 14 nm nel 2013 ed i 10 nm nel 2015. Di conseguenza dovrebbe scendere anche il prezzo per transistor.
L’architettura “Sandy Bridge” farà derivare l'”Ivy Bridge”, prima ad adottare i 22 nm di Intel.
La combinazione dei miglioramenti prestazionali (+37%) e della riduzione dei consumi energetici rende possibile l’introduzione di innovazioni in un’ampia gamma di futuri dispositivi basati su tecnologia di processo a 22 nm, dai più piccoli dispositivi mobili ai potenti server basati sul cloud.
