FaceTime toglie il burqa egiziano
07/03/2011 07:07 CET
Durante il weekend uno dei principali operatori egiziani ha tolto la censura alla videocomunicazione di Apple su rete Wi-Fi.
Il cambio di regime in Egitto è stato propedeutico al raggiungimento di maggiori fette di democrazia nel paese, anche in campo tecnologico.
Sul canale Twitter di Vodafone Egypt si è letto, nella giornata di domenica, che “ieri Apple ha lanciato Face-time in Egitto, a voi il potere“.
Forse a Cupertino avrebbero qualcosa da dire sull’imputazione che Apple decida cosa bloccare e dove, in realtà si tratta di richieste governative alle quali l’azienda californiana si piega anche troppo spesso, penalizzando gli utenti, consapevoli o meno. Tuttavia l’ufficializzazione di FaceTime arriverà con iOS 4.3, che è atteso per venerdì 11 marzo.
La stessa rivoluzione hi-tech la vedremo anche in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Qatar o dovremo attendere il rivosciamento anche dei rispettivi governanti (o regnanti, che è più opportuno)?
Cosa ci sia di male in una videocomunicazione è difficile immaginarlo, ma se ricordiamo bene l’Egitto è senza GPS libero, considerato che il paese ha grandi aree di deserto è una vera ingiustizia, senza altre motivazioni plausibili.
Con Internet libera e per tutti si combattono tante cose sbagliate. Resta sempre in ballo l’idea di visionari che sognano un satellite capace di dare Internet a tutti, superando le censure dei paesi più oppressi. Chissà?