Jobs alla sinistra di Obama, Zuckerberg a destra. Ecco la foto
18/02/2011 18:00 CET
Tutti attorno al loro presidente, Steve Jobs compreso, ma di spalle e con in mano il calice del brindisi.
L’album fotografico della Casa Bianca su Flickr si è aggiornato con un paio di fotografie dalla cena della scorsa notte a Woodside, presso l’abitazione di John Doerr (Kleiner Perkins Caufield & Byers).
C’era curiosità per verificare lo stato di salute apparente di Steve Jobs e, forse, è per questo che anche il fotografo ufficiale della Casa Bianca si è limitato a pubblicare solo 2 scatti su almeno 46 dell’evento californiano del presidente.
Nella prima foto (già pubblicata questa mattina nel video riassuntivo delle attività settimanali) si vede Obama a colloquio con Mark Zuckerberg (il CEO di Facebook, per l’occasione, non indossava le ciabatte da doccia), osservato dal consigliere d’amministrazione di Apple Art Levinson (Genentech), con Eric Schmidt (Google, ex consigliere di Apple) che sta per coprire l’obbiettivo al fotografo, alle loro spalle Carol Bartz (Yahoo!) e poi il padrone di casa.
Nella seconda immagine si vede la tavolata dei 14 invitati (2 più del previsto) più il presidente USA in camicia. Alla sua destra Mark Zuckerberg ed alla sua sinistra Steve Jobs in classica tenuta, ma di spalle. Davanti a loro Larry Ellison (Oracle, ex consigliere di Apple) in maglia marrone. Una tavolata con alcuni dei personaggi più ricchi al mondo, non meno di una cinquantina di miliardi di dollari facendo un calcolo spannometrico.
Non è normale per il fotografo della Casa Bianca scegliere di fotografare Obama di spalle in questi incontri e, non potremo mai capire “quante settimane di vita” restano al CEO di Apple con questo scatto. Ci è stato confermato da fonti cupertiniane che Steve Jobs è realmente magro, ma oncologi da strapazzo che giudicano la salute guardando una persona in foto proprio non li abbiamo trovati e quindi ci limitiamo a riportare l’informazione così com’è. I nostri giudizi sul servizio di 2 pagine del National Enquirer e su come i media nazionali hanno trattato la storia li abbiamo già espressi, non è il caso di ripetersi.
