Wi-Fi libero, le ultime da Giappone, Italia e Stati Uniti
07/12/2010 13:30 CET
Proposta di una coppia di senatori USA per installare in tutti i palazzi federali la rete wireless, ma nessun accenno all’uso gratuito. Wi-Fi per tutta la durata del viaggio nei taxi di Tokio. Da noi il decreto Pisanu durerà ancora 24 giorni.
All’alba del primo gennaio 2011, in Italia, potremo finalmente usare i (pochi) hotspot Wi-Fi italiani senza dover fornire con inutili orpelli la nostra identità. La fine del decreto Pisanu è segnata, grazie alla dichiarazione del ministro Roberto Maroni, che ha deciso di non rinnovare la legge del 2005. Fatto così ci potevano pensare anche prima, accontentiamoci e speriamo che l’operazione riesca senza l’invenzione di altri ostacoli.
L’accesso ad Internet in aree pubbliche potrà quindi decollare anche nel nostro paese, esattamente come è successo nel resto del mondo.
Volendo guardare all’estero segnaliamo una proposta di legge statunitense fatta in modo bipartisan dalla senatrice repubblicana Olympia Snowe e dal senatore democratico Mark Warner. Si legge nel Federal Wi-Net Act che tutti i 9.000 palazzi federali USA, entro il 31 dicembre 2013, dovranno dotarsi delle reti Wi-Fi e dei ripetitori cellulari, disponibili per chi ci lavora e per i cittadini che frequentano le aree pubbliche. Il costo a carico del contribuente è di 15 milioni di dollari, ma sfortunatamente nella proposta non si legge la parola “free”, la quale avrebbe dato un grande significato per portare l’accesso al web in modo gratuito.
Passando dall’altra parte del pianeta va dato merito al progetto di NTT Docomo di installare in 820 taxi di Tokio la rete Wi-Fi (probabilmente fornita da Mifi che trasformano la rete dati FOMA @ 7,2/5,7 Mbps), il completamento del servizio è previsto per il prossimo marzo. Le vetture si potranno riconoscere da un simbolo verde sul tetto e da un adesivo rosso sulla portiera posteriore, i passeggeri ne usufruiranno gratuitamente. In 100 taxi sarà disponibile una Sony PSP Go.
