WWDC: Apple nega lo streaming, ma la diretta ce la facciamo noi
06/06/2011 18:45 CET
Seguite con noi tutti gli annunci di Apple, quelli noti e quelli che ci sorprenderanno. 3 piatti forti e qualche contorno che ancora non conosciamo bene.
Ormai, a pochi minuti dall’inizio del keynote di Steve Jobs al WWDC 2011, è chiaro che Apple non fornirà ancora lo streaming in diretta dell’evento. Occasione persa per far finta di sostenere la tesi svelata nel 2008 dagli uomini di Cupertino: “non crediamo più nelle fiere di settore e riteniamo che il sito apple.com sopperisca benissimo all’assenza da eventi sul territorio”.
Ci eravamo troppo ben abituati dopo le esperienze dello scorso settembre ed ottobre. Ma qui vi racconteremo tutto, per il video dovremo attendere qualche ora, lo troveremo in mezzo alle altre registrazioni precedenti. Al buon cuore di Apple.
Ebbene gli sviluppatori, i VIP, la stampa e gli infiltrati sono stati fatti tutti entrare nel grande salone del terzo piano. Tutto il Moscone Center West è ricoperto dai banner sui prodotti noti come Mac OS X 10.7 Lion, iOS 5 ed iCloud (tutto da chiarire), per il resto alcuni banner sono ancora ricoperti di nero e saranno “svestiti” al termine del keynote.
In attesa che Steve Jobs minacci i presenti che hanno una rete Wi-Fi accesa (come nel 2010), avanti così. La sala è piena in ogni ordine di posto, ovviamente.
Si abbassa la musica, si spengono le luci della platea ed eccolo: Steve Jobs sul palco accolto dagli applausi dei presenti, che gradisce e ringrazia i 5.200 sviluppatori che hanno comperato tutti i biglietti disponibili in 2 ore (e le altre, mancia).
Apple oggi ci parlerà di Lion, iOS ed “altre cose interessanti”. Si comincia con il nuovo sistema operativo dei Mac, il “computer usato da 54 milioni di utenti” dice Phil Schiller (responsabile del marketing), coadiuvato da Craig Federighi. Quasi triplicati in 5 anni. Il 73% dei Mac venduti sono laptop.
Di Mac OS X Lion vedremo illustrate solo 10 di 250 novità.
1) gesti multi-touch, funzionanti su tutti i Mac, sia quelli che incorporano la trackpad che gli altri che la possono aggiungere a parte. Le applicazioni in Lion possono andare a tutto schermo e non servono più gli spazi per le barre di scorrimento.
2) Mission control per una panoramica speciale su tutto quello che si vuole vedere, con funzioni di Exposé portate agli estremi.
3) una tecnologia di riconoscimento facciale è mostrata in iPhoto.
4) Mac App Store è stato lanciato da poco per vendere software sui Mac ed già diventato leader di mercato (probabilmente in USA). “Non servono più i CD/DVD”. Mac App Store farà parte di Lion.
5) come abbiamo imparato da iOS, anche Lion avrà la Launchpad con le icone delle applicazioni in bella vista ordinata.
6) Resume ricorda cosa si faceva prima dell’ultima azione
7) l’auto salvataggio farà dimenticare a tutti questo obbligo per non perdere i lavori fatti. Lion farà tutto da solo. Resterà la possibilità dal menu della finestra di tornare a versioni precedenti, vengono memorizzati solo i cambiamenti.
8) Versions sembra Time Machine con le finestre delle versioni precedenti da sfogliare a destra e quella nuova a sinistra (non era meglio il contrario?).
9) AirDrop è assonante parecchio a Dropbox ed infatti si tratta di un sistema di condivisione file via Wi-Fi, con conferma della spedizione e ricevimento e “spedizione” criptata.
10) si rinnova Mail, ottimizzata per iOS (o meglio iPad). Sembra finalmente qualcosa di moderno e funzionale alle necessità di chi usa la posta elettronica. La ricerca è magnifica in inglese, vedremo nelle altre lingue come si comporterà.
Ci sono 3.000 nuove API in Lion, pane per i denti degli sviluppatori.
Lion sarà venduto da luglio a 29,99 dollari, esclusivamente da Mac App Store (4 GB, chi non ha la banda larga cominci a piangere), sarà l’aggiornamento più semplice in assoluto per l’utente. Oggi sarà distribuita una versione beta per accontentare gli sviluppatori. Il giorno preciso del lancio è sconosciuto.
PREZZO ITALIANO 24 EURO, QUELLA SERVER 40 EURO.
Lion richiede un Mac con processore Intel di tipo Core 2 Duo, i3, i5, i7 o Xeon e 2 GB di RAM. L’aggiornamento a Lion può essere installato su tutti i Mac dell’utente (come gli applicativi).
Si passa all’argomento mobile ed è sul palco con Scott Forstall. Apple ha venduto 200 milioni di dispositivi iOS (il 44% del mercato, dati comScore per gli USA solamente). Android è al 28% e RIM al 19%. Gli iPad venduti in 14 mesi sono stati 25 milioni.
Il più grande rivenditore al mondo di musica è iTunes Store con 15 miliardi di canzoni scaricate. Manca ancora in Italia ma iBookstore ha distribuito 130 milioni di libri elettronici. App Store contempla un catalogo di 425.000 software (90.000 per iPad) e sono state scaricate 14 milioni di applicazioni in quasi 3 anni. Un patrimonio totale di 225 milioni di carte di credito nei database di Apple.
Apple ha staccato assegni per 2,5 miliardi di dollari agli sviluppatori (che tengono il 70% del prezzo delle app).
Il nuovo sistema operativo mobile sarà iOS 5, con 200 novità e 1.500 API. Ne vedremo 10, grazie.
1) Notifiche, finalmente arriva una nuova interfaccia più chiara per gli utenti. Un unico pannello le riunirà tutte, suddivise per applicazione. Oppure arrivano sullo schermo mentre si fa altro e poi se ne vanno.
2) Newsstand (sarà tradotto in edicola?) riunisce tutti gli abbonamenti fatti con gli editori che hanno accettato il sistema. Se ne vedono molti e tra questi spicca l’italiana RCS – Rizzoli Corriere della Sera. I nuovi numeri si scaricano automaticamente e compaiono sugli “scaffali” virtuali di iBooks.
3) arriva l’integrazione di Twitter in iOS 5. Il micro blogging ora spedisce 1 miliardo di cinguettii a settimana. Integrazione anche dei servizi di localizzazione (piacendo a Washington).
4) Safari, il browser che stravince nel mondo mobile con il 64%, integra reader, come già succede sulla versione per Mac. Approcci ad Instapaper.
5) arrivano finalmente i tab per più pagine in Safari ed i Reminders, per ricordarsi le cose da fare ad orari e posti precisi. Si sincronizza con iCal e gli altri calendari basati su CalDev oppure Exchange.
6) la gestione della camera su iOS sarà più veloce, c’è la scorciatoia per bloccare lo schermo e proteggere le foto già memorizzate, si possono scattare immagini anche con i tasti del volume. Arrivano funzioni di editing per le foto (eliminazione occhi rossi, rotazione, ritaglio, etc).
7) Mail aggiunge la formattazione del testo ed il supporto S/MIME (l’icona del lucchetto apparirà accanto al nome). Gli indirizzi si possono ora trascinare e la tastiera virtuale spezzare in 2 parti.
8) la sincronizzazione senza cavo verso il computer con iTunes si chiama PC Free (e l’icona è una forbice che taglia il cavo sotto al dock). E’ necessario perché viviamo nell’era del post-PC, facile anche per gli aggiornamento dell’OS che ora scarica solo le parti mancanti o rinnovate.
9) Game Center (ha solo 9 mesi) è usato dalla metà degi giocatori che hanno scelto i prodotti di App Store. Gli acquisti possono essere effettuati direttamente da qui per giochi ed in-app.
10) iMessage è il nuovo software per messaggiare tra utenti di iOS 5. Si usa il testo, le immagini, i video con sincronizzazione su vari dispositivi dello stesso utente. E’ una specie di iChat ma con la lista dei contatti sul lato sinistro (almeno su iPad, che ha più spazio nello schermo). Funziona sia su rete Wi-Fi che 3G.
Tra le tante novità riassunte, alle spalle di Forstall si legge che l’iPad avrà una nuova applicazione musicale apposita.
Si potrà scaricare dall’autunno, supporterà iPhone 3GS, iPhone 4, iPod touch 3G, iPod touch 4G, iPad ed iPad 2.
Steve Jobs torna sul palco dopo queste lunghe dimostrazioni dei sistemi operativi. Tocca a lui spiegarci cos’è iCloud. Come già vi dicevamo lui ci pensava da tempo ad una soluzione in rete, ma solo di recente è stata possibile realizzarla per tutti.
Con iCloud i contenuti si possono memorizzare sulla “nuvoletta” e senza fili li manda ai dispositivi. Apple ha imparato dagli errori di MobileMe (che però hanno pagato gli utenti). Tutte le componenti come Mail, Calendario, Contatti sono state riscritte ed ora sono applicazioni di iCloud. Quelle scaricate da App Store (ed elencato nello storico) vanno ad infilarsi in tutti i dispositivi, se l’utente vuole, idem per i libri elettronici di iBookstore.
MobileMe è morto, viva iCloud e si passa al gratis!
Con iCloud arriva il backup automatico, quotidiano. basta fare login con il proprio account ed ogni dispositivo si riempie di tutto quello che c’era negli altri.
Sale sul palco Roger Rosner per dimostrare come i documenti creati dai software iWork (i rinnovati Pages, Numbers e Keynote) vadano subito a salvarsi su iCloud. Basta il login. Jobs lo prevedeva ben 14 anni fa.
Muore anche il File System secondo Steve Jobs, con una piattaforma di questo tipo l’utente non deve più preoccuparsene, ci pensa il sistema sul cloud. Per gli sviluppatori arriva l’API iCloud Storage, funzionante su iOS, Mac e pure PC.
Un’altra funzione di iCloud è Photo Stream, per evitare i tanti passaggi di questi file ora compariranno ovunque sui computer e dispositivi sincronizzati. Sarà tutto automatico per le ultime 1.000 fotografie e sui Mac basta la cartella Immagini (o analogo nome su PC), Photo Stream funziona anche nell’Apple TV.
Le immagini restano su iCloud per 1 mese, chi le vuole mantenere deve spostarle in un album fotografico.
E’ il turno sul palco, in questo tour de force, di Eddy Cue (responsabile dei servizi Internet), per una demo di Photo Stream.
Ecco la notizie di cui si è parlato/sparlato di più: iTunes sulla “nuvoletta”. Ogni acquisto musicale su iTunes Store (256 Kbps in formato AAC) può essere automaticamente scaricato in tutti i dispositivi (massimo 10), in caso contrario restano parcheggiati online.
In iCloud sono contemplate 9 applicazioni gratuite, arriverà con iOS 5 a tutti gli utenti. Comporterà uno storage di 5 GB gratis per la posta elettronica, documenti creati dalle applicazioni ed il backup giornaliero.
Oggi iCloud è disponibile solo come beta per gli sviluppatori, ma iTunes sul cloud funziona da subito con iOS 4.3.
La musica non comperata da iTunes Store si sincronizza e confronta con gli archivi di Apple (grazie al nuovo “armadietto digitale” iTunes match) e, probabilmente, tra 18 milioni di titoli è possibile trovarle tutte o quasi (ciao bootleg). A quel punto se la canzone ce l’ha anche Apple ogni brano godrà dei vantaggi già visti finora per i file comperati. Ma tutto ciò costerà 25 dollari all’anno (come previsto) per un massimo di 25.000 brani non comperati da iTunes Store.
Apple annuncia l’entrata in funzione del (costoso, mezzo miliardo di dollari) datacenter di Main, North Carolina, come ultima sorpresa (attesa). Questo ed altri 2 datacenter (imprecisati) serviranno a supportare iCloud.
E l’iPhone? Niente, per la prima volta dal 2007 nessun rinnovo estivo dello smartphone. 3 argomenti dovevano essere e 3 sono stati, amen. E’ tutto finito, la sala sgombera e c’è un discreto traffico per scendere ai piani sottostanti.