Universal: se quelli di Zune ci sono cascati…
29/11/2006 07:00 CET
Se Microsoft non avesse accordato a Universal Music Group, il più grande agglomerato di etichette discografiche del mondo, la tassa richiesta (pare da 1 dollaro) per ogni Zune venduto, la major francese non avrebbe concesso la vendita di prodotti digitali su Zune Marketplace, il negozio online di musica per lo Zune. Beninteso che i guadagni di Universal, per ogni canzone Universal venduta, erano dovuti senza dubbio e senza sconto alcuno.
A poche ore dal debutto sul mercato di Zune Universal portava a casa l'accordo, segnando un precedente non trascurabile e forse calcolato appositamente da Microsoft per danneggiare la concorrenza, più potente in questo settore.
Alla luce delle vendite dello Zune nelle sue prime due settimane, certo le casse di Universal non saranno poi tanto ricche. Tutt'altra zuppa sarebbe un fatto analogo se applicato all'iPod, re dei player multimediali portatili, se non addirittura primo nelle vendite in molte categorie di prodotti destinati ai pacchetti di Natale.
Ieri Doug Morris, CEO di Universal Music Group, ha avuto modo di esternare alla Reuters un suo non poi tanto recondito desiderio, riguardo ad una operazione sull'iPod simile a quella dello Zune: "non sarebbe un'idea sbagliata, tra non molto dovremo negoziare e non vedo perché non dovremmo provarci ma, probabilmente, non nello stesso modo, con l'accordo sullo Zune ci siamo esercitati molto bene, è stato interessante".
Durante il 2007 Apple dovrà contrattare con le case discografiche nuovi accordi per la vendita di musica e videoclip sull'iTunes Store.