Tibet in fiamme, la Cina proibisce YouTube
17/03/2008 07:00 CET
Il governo provvisorio del Tibet, in esilio da 49 anni in India, denuncia il genocidio culturale e si contano i morti a decine, le cifre sono difficilmente verificabili. A Lhasa, capitale del Tibet, circolano 200 veicoli militari e si setacciano tutte le abitazioni, l'ingresso in città è vietato a giornalisti e stranieri.
Monta la richiesta di un boicottaggio delle Olimpiadi nei paesi partecipanti, ma non succederà nulla. C'è da scommetterci.
Qualcosa invece sta succedendo su quel poco di web che è concesso ai 210 milioni di navigatori cinesi: YouTube da domenica pomeriggio è solo una home page bianca perché le dozzine di video delle proteste e delle repressioni non devono essere visti dai cinesi.
Solo tre settimane fa l'ISP nazionale faceva sparire dai browser del Pakistan YouTube, per ricomparire dopo un paio di giorni.
Vedremo se anche in questa occasione Google scenderà a patti rimuovendo i video "incriminati" su YouTube.