Svizzera, stop alla loro tassa Bondi sui cellulari
13/08/2010 08:00 CET
Oltre confine si ribellano al raddoppio delle tasse sulla musica, il copyright è infatti già tutelato con altre tasse ed il solo utilizzo di un dispositivo potenzialmente capace di suonare musica non giustifica un’altra spesa. In Italia invece si paga.
Dicono di non mettere le mani in tasca ai cittadini, ma intanto la tassa per l'”equo compenso” che il ministro Sandro Bondi ha regalato alla SIAE la stiamo onorando (più onere che onore) da gennaio.
Da allora in Italia si pagano quote diverse su moltissimi prodotti elettronici con una qualunque memoria e sui supporti di registrazione. Per esempio Apple Italia, una volta che si è accorta dell’entrata in vigore della tassa, ha dovuto aumentare i prezzi nel listino italiano. Non sull’iPhone però, ma la normativa comprenderebbe anche i telefoni con funzioni di registrazione/riproduzione multimediale.
Non succede così in Svizzera, ieri un ricorso ha bloccato una nuova tassa sui diritti d’autore che dal primo luglio ha inciso sui costi dei telefoni cellulari. “Incomprensibile che il solo fatto di acquistare un apparecchio che potrebbe eventualmente riprodurre della musica sia oggetto di una tassa” dicono dall’altra parte del confine. Già, sembrerebbe troppo ragionevole, vero?
Nella Confederazione avevano pensato a qualcosa di simile del decreto Biondi, naturalmente più semplice perché la tassa aveva un valore unico di 0,30 franchi per 1 GB di memoria (0,22 euro/1 GB). Gli autori ne volevano 0,80 franchi, come per i lettori portatili di MP3.
Su un iPhone 4 da 32 GB l’aumento avrebbe dovuto essere di 9,60 franchi (7 euro), ma comunque in questo paese si trovano i prezzi tra i più economici al mondo per lo smartphone di Apple.
“Di questo passo anche un drive USB è capace di memorizzare musica, dovremmo pagare una tassa anche su questi?” si chiedono in Svizzera. Ci viene da suggerire di non stuzzicare il legislatore, qui già si paga.
Le società di gestione dei diritti d’autore/editore in Svizzera, SUISA, Pro Litteris, Società svizzera degli autori, Suissimage e Swissperform (equivalenti alla nostra unica SIAE) avranno tempo fino al 15 settembre per fornire al giudice federale una replica.