Software e musica piratati, Italia primeggia

20/03/2008 12:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Assintel propone equità della normativa, sensibilizzazione culturale ma anche nuove politiche dei prezzi che farebbero rientrare il nostro paese in un ambito più accettabile. L'irregolarità tocca il 51% per il software ed il 25% per la musica.

Assintel propone equità della normativa, sensibilizzazione culturale ma anche nuove politiche dei prezzi che farebbero rientrare il nostro paese in un ambito più accettabile. L'irregolarità tocca il 51% per il software ed il 25% per la musica.
 
In occasione del convegno "Pirateria: software, musica e video. Condotte lecite e violazioni" che Assintel – Associazione Nazionale delle Imprese ICT ha organizzato con Guardia di Finanza, BSA – Business Software Alliance e FPM – Federazione contro la Pirateria Musicale, il dato più sconfortante che è emerso è la maglia nera che indossa con nonchalence il nostro paese.

Sfiora il miliardo di euro la perdita annua del comparto IT italiano causata dalla pirateria del software, 80.000.000 di euro è invece la perdita del settore musicale.

L'Italia è ai primi posti in Europa nella black list della pirateria, sebbene abbia una normativa dalle spiccate tendenze punitive, probabilmente non applicate. I sequestri da parte delle autorità sono aumentati nell'ultimo anno del 28%, ma vengono chiesti strumenti normativi più efficaci.

Secondo Marco Ornago, a capo di BSA Italia, nel 2006 l'Italia ha registrato un tasso di pirateria del software pari al 51%, collocandola insieme a Grecia e Cipro fra i paesi con un indice più alto.

Luca Vespignani della di FPM ha rivelato che il nostro paese è al sesto posto nella black list, con il 25% del mercato illegale. Ripercussioni di 1,5 miliardi di euro in meno nelle casse dell'erario e 4,2 miliardi di euro di mancati introiti per il settore dei diritti d'autore.

La Guardia di Finanza nota che il software piratato, nel passaggio dal grossista al dettagliante, ha un ritorno del 900%, quando 1 chilo di cocaina ha un ritorno di nove volte inferiore.

L'Italia guarda con una certa invidia alle normative francesi e britanniche, queste responsabilizzano l'ISP nel monitorare e avvisare l'utente in caso di condotte illecite. Tutto quello che in USA viene ritenuto illegale proprio in questi mesi perché intacca la privacy dell'utente, compreso quello onesto.



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