Smartphone falsi (compreso l’iPhone 5) buttati dal 18esimo piano
16/05/2011 07:02 CET
Centinaia di pezzi contraffatti, macchine per contare le banconote e documenti abbrustoliti per eliminare le prove.
Braccati dalle forze dell’ordine cinesi, incredibile ma vero ogni tanto combattono la contraffazione, un gruppo di commercianti di finti smartphone ha buttato dalla finestra 4 scatoloni pieni di quasi-iPhone, quasi-Sony Ericsson, quasi Nokia, custodie, etc.
Se per gli acquisti regolari in Cina bisogna disporre di ingenti capitali, fare lunghe file e magari rischiare la vita per colpa di qualche addetto esaltato, per quelli sottobanco di prodotti non originali la strada è decisamente in discesa in quel paese.
M.I.C. Gadget ci informa che dal 18esimo piano di un palazzo di Shenzhen sono precipitati qualche centinaio di pezzi (senza ammazzare i passanti, fortunatamente, ma alcune auto dovranno essere riparate). Nell’appartamento, invece, si tentava di bruciare tutti i documenti che comprovavano il business illegale.
Vediamo simil-iPhone sia neri che i nuovissimi bianchi a terra, spesso disfati dal colpo ricevuto.
Come si vede dai poveri resti dei falsi buttati da diversi metri d’altezza, alcuni finti smartphone sono addirittura marchiati “iPhone 5″. Non è ancora chiaro come Apple battezzerà l’erede dell’iPhone 4, oltre che la sua data di rilascio, ma in Cina la sanno lunga per cercare di illudere qualche cliente poco attento.
I possibili acquirenti di iPhone cercano prezzi inferiori a quelli di listino, ma è bene tenere gli occhi aperti. Come hanno dimostrato qualche settimana fa Le Iene, i furbi che cercano di piazzare patacche ci sono anche dalle nostre parti. Come si vede questi “pacchi” risultano abbastanza facili perché i “telefoni cinesi” “sembrano proprio quelli veri”.
A parte il fatto che anche gli iPhone sono “telefoni cinesi” perché, come quasi tutto quello che c’è sul mercato dell’elettronica, assemblati proprio dal paese con la manodopera più a basso costo ed i controlli molto labili. Ma poi, guardandoli e provandoli, ci si accorge in fretta che si tratta di oggetti dallo scarsissimo valore.
