Skype in Cina ha spiato le comunicazioni private
02/10/2008 23:30 CET
Il caso di oggi riguarda Skype, che in Cina (come tante altre aziende internazionali) deve allearsi con una società locale per operare. La joint venture cinese si chiama TOM-Skype ed è TOM Online che gestisce i server sui quali transitano le comunicazioni. TOM Online è la succursale dell'azienda dell'uomo più ricco in quella nazione ed il 12esimo nel mondo, Li Ka-shing, già a capo di Hutchison Whampoa.
CitizenLab ha pubblicato ieri lo studio Breaching trust, che proprio sul controllo di TOM-Skype posava la sua attenzione. All'Università di Toronto hanno intercettato facilmente i messaggi in transito sui server e, come ci sono riusciti loro, ci poteva riuscire chiunque altro.
La ricerca ha verificato che molti termini come "partito comunista", "indipendenza di Taiwan", "Tibet", "gruppo Falun" e pure "latte in polvere", se contenuti nei messaggi scambiati dagli utenti via Skyp, venivano intercettati e filtrati dai server di TOM. Volendo era uno scherzo risalire all'IP dell'utente che li spediva o riceveva ed andare democraticamente a prenderlo per fargli qualche domandina.
Il vizietto della censura cinese si estende oltre ai siti Internet ed alla posta elettronica.
La società lussemburghese del gruppo eBay ha fatto sapere che era all'oscuro della situazione (nel 2006 aveva scoperto il filtro cinese sui messaggi di testo ma aveva chiesto che le cose cambiassero) e che non approvava il sistema il sistema di sorveglianza, aggiungendo: "ora dobbiamo urgentemente confrontarci con TOM, ci scusiamo con tutti, Skype mantiene alti livelli di sicurezza".
Si noti che le scuse sono arrivate al Wall Street Journal e ad altri media statunitensi, niente è stato pubblicato sul sito di Skype o su quello di eBay.