Si brevetta meno in Italia
18/05/2009 07:00 CET
L'innovazione misurata sotto questo aspetto tecnologico ci vede rallentare fino al 22esimo posto nella classifica mondiale dell'Economist. Entro il 2013 c'è la possibilità che l'Italia torni al 21esimo.
L'innovazione misurata sotto questo aspetto tecnologico ci vede rallentare fino al 22esimo posto nella classifica mondiale dell'Economist. Entro il 2013 c'è la possibilità che l'Italia torni al 21esimo.
L'Italia non brevetta tanto quanto il Giappone, la Svizzera, la Finlandia e gli Stati Uniti ma più della Nuova Zelanda e della Slovenia. Accontentarsi?
Secondo l'EIU – Economist Intelligence Unit il nostro paese è classificato al 22esimo posto tra gli 82 valutati per alcuni fattori, tra i quali la produzione di brevetti pesa in modo considerevole sul voto finale. Almeno quelli registrati presso i tre principali enti: EPO – European Patent Office, JPO – Japanese Patent Office ed USPTO – US Patent and Trademark Office.
Nello studio Most Innovative Countries del 2009 l'Italia ottiene un voto di 8,44 e perde due posizioni rispetto al periodo 2002-2006, quando comunque aveva 8,41. Allora le prime due erano sempre il Giappone con 10 e la Svizzera con 9.71, valori immutati.
Tra le prime 25 nazioni solo la Danimarca fa peggio di noi scivolando di tre posizioni, tuttavia posizionandosi al decimo posto. La Corea sale di quattro fino all'11esimo posto.
Secondo gli esperti del settimanale economico britannico nel periodo 2009-2013 l'Italia avrà modo di guadagnare leggermente e raggiungere l'8,46 e salire al 21esimo posto, a discapito di Hong Kong.
Nei quattro anni tra il 2004 ed il 2008 l'Italia ha prodotto 66.909 brevetti per abitante. In Giappone sono stati poco meno di 1,3 milioni.
Come ha detto all'"Era glaciale" il sesto italiano più ricco, Mario Moretti Polegato (fondatore di Geox), la prima cosa da fare per avere successo è brevettare la propria idea. O molti italiani se ne dimenticano oppure hanno poche idee.
