Quale evoluzione della banda larga in Italia?
10/10/2008 18:30 CET
Da Corrado Calabrò, presidente dell'AGCOM – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, arrivano notizie sugli sviluppi di moderne tecnologie di comunicazione nel nostro paese: "entro quest'anno decideremo su Open Access, dopodiché bisognerà passare alla questione NGN – Next Generation Networking" (banda larga multipla, neutrale rispetto alle tecnologie utilizzate). Ma pur essendo tutti gli operatori del settore d'accordo su NGN, Calabrò avverte: "per il momento nessuno le fa". L'auspicio è un coordinamento delle iniziative partite a livello locale, dove le amministrazioni si sono dimostrate più attive degli operatori. L'Italia è in ritardo ma questo potrebbe girare a nostro favore, Calabrò sostiene che "nelle aree a digital divide si potrebbe portare direttamente la fibra ottica invece di puntare all'ADSL".
Il presidente della Commissione Trasporti/Poste/TLC della Camera, Mario Valducci, si dice certo che "le infrastrutture materiali producono un miglioramento della vita dei cittadini e anche parziale aumento di produttività, la rete di TLC può portare un maggiore incremento della produttività rispetto a qualsiasi altra infrastruttura". Da buon politico una promessa: "sarà approvata alla Camera, la prossima settimana, la norma che faciliterà nel nostro territorio la posa delle infrastrutture a banda larga e, soprattutto il ministro Brunetta, ci ha assicurato di essere intenzionato a prendersi l'impegno affinché la pubblica amministrazione offra servizi attraverso le nuove reti".