Pagherà Apple le 140.000 sterline di multa a Wolfson?

22/01/2009 18:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Cirrus si sostituiva a Wolfson per il codec audio di alcuni iPod ma l'azienda britannica dimenticava di farlo sapere subito agli investitori, l'autorità di borsa multa il produttore di alcune componenti del player di Apple.

Cirrus si sostituiva a Wolfson per il codec audio di alcuni iPod ma l'azienda britannica dimenticava di farlo sapere subito agli investitori, l'autorità di borsa multa il produttore di alcune componenti del player di Apple.
 
Apple obbliga molti fornitori a non rivelare di essere i produttori di alcune componenti usate per i Mac, gli iPod, gli iPhone, etc. L'azienda di Cupertino in alcuni casi pretende che spariscano addirittura i marchi dai chip che salda sulle schede logiche, per non parlare delle volte che li nasconde con il logo della mela morsicata.

Il codec audio è una componente fondamentale degli iPod/iPhone ed in questo settore, negli ultimi anni, si sono sfidate la britannica Wolfson Microelectronics e la texana Cirrus Logic. Per esempio nel settembre del 2007 Cirrus rubava il posto a Wolfson sull'iPod classic.

I prodotti di Wolfson sono stati avvistati nell'iPhone 3G e precedentemente nell'iPhone GSM/EDGE.

L'ente britannico FSA – Financial Service Authority ha sanzionato Wolfson per 200.000 sterline, poi scontate del 30% a 140.000 sterline (148.500 euro), per non aver adeguatamente informato il pubblico e gli investitori sulla perdita di due contratti con un importante cliente.

Pochi dubbi che quell'importante cliente sia Apple, tuttavia non viene dichiarato nulla oltre ad indicare "portable media player". Che si tratti dell'iPod nano 4G e dell'iPod touch 2G? I due contratti potevano valere 20 milioni di dollari o l'8% del fatturato.

Wolfson aveva forse l'obbligo di non riportare notizie che riguardassero Apple? In tal caso l'azienda britannica chiederà conto di questa multa a Cupertino? Ad inizio marzo dello scorso anno Wolfson era stata consigliata da alcuni advisor di non riferire della cattiva notizia, quando invece lo hanno fatto (a fine marzo) il titolo precipitava del 18% in borsa.



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