On. Brambilla contro i limiti del Wi-Fi italiano
23/11/2009 07:00 CET
Grazie a Pandemia di Luca Conti sappiamo che qualcuno a Palazzo Chigi si è accorto dell’assenza di libertà nell’accesso ad Internet.
Quello sventurato decreto Pisanu, in scadenza tra meno di sei settimane e speriamo che nessuno lo rinnovi, ci ha penalizzati anche a livello turistico. Con gli stranieri che cercano di usare gli hotspot Wi-Fi e non ci riescono, ammesso che li trovino.
Finora i pochi hotspot pubblici presenti in Italia hanno attivato, in gran parte, una identificazione dell’utente tramite telefono cellulare. Proprio gli stranieri sono i più emarginati visto che le schede SIM dei loro telefoni non rispondono agli obblighi italiani, non assicurando l’identità dell’utente.
Il ministro del turismo, dopo aver fatto un buco nell’acqua con il primo restyling del sito Italia.it, annuncia sabato sera che si vuole prodigare per cambiare le cose sull’accesso al web. Di seguito riportiamo l’intero comunicato:
Il ministro Brambilla rilancia. Dopo l’approvazione in consiglio dei ministri del disegno di legge in materia di semplificazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, nell’ambito del quale è stata inserita la norma voluta dal Ministro del Turismo per semplificare gli adempimenti di utilizzo dei terminali per la navigazione in rete riguardanti i gestori delle strutture turistico ricettive, ora l’on. Brambilla sottolinea la necessità di estendere ai turisti l’accesso facilitato ad internet, strumento ormai indispensabile prima e durante il viaggio.
Se infatti il nuovo ddl ha eliminato l’obbligo per i gestori di esercizi alberghieri e di altre strutture ricettive di possedere una licenza ad hoc per mettere a disposizione del pubblico e dei clienti i terminali per la navigazione in rete, secondo il parere del ministro Brambilla occorre fare un passo ulteriore.
Il portale nazionale del turismo “Italia.it” – ha aggiunto l’on. Brambilla – sarà caratterizzato da una considerevole quantità di informazioni e soprattutto si avvarrà di una componente partecipativa, che è nostra intenzione rendere accessibile gratuitamente e nel modo più diffuso possibile, proprio come già avviene negli altri paesi nostri storici competitor.
Ci auguriamo che seguano presto i fatti e che non ci si limiti solo al Wi-Fi libero negli alberghi per stranieri. Che facciamo, come a Cuba?
Aggiornamento del 26/11/2009: non abbiamo trovato la firma di Michela Brambilla in calce alla “Carta dei Cento per il libero Wi-Fi“. Se qualcosa cambierà lo dovremo alla proposta di legge dell’onorevole Roberto Cassinelli.