Niente filtro al web cinese, Green Dam non è un obbligo
14/08/2009 13:30 CET
Finalmente una buona notizia dai censori di Internet che volevano imporre un software in tutti i computer venduti nel paese. "Ci eravamo capiti male" dice adesso il promotore del governo.
Finalmente una buona notizia dai censori di Internet che volevano imporre un software in tutti i computer venduti nel paese. "Ci eravamo capiti male" dice adesso il promotore del governo.
"Il governo cinese non ha mai chiesto che il filtro 绿坝·花季护航 (Green Dam Youth Escort) fosse pre-installato obbligatoriamente su tutti i computer, ci dispiace di non essere stati sufficientemente chiari" è stata l'attesa dichiarazione del ministro Li Yizhong.
La ritrattazione del responsabile del ministero arriva dopo la sospensione della scadenza dello scorso primo luglio (perseguita ugualmente dai produttori più accondiscendenti).
Resta una scelta dei produttori fornire con i PC venduti in Cina il filtro agli utenti, il sistema ufficialmente serve a preservare ai minori l'accesso a siti con contenuti violenti o pornografici. Tutti sanno che in realtà è un metodo come un altro per impedire la libertà d'informazione e censurare siti non graditi al governo cinese.
Ecco perché il filtro continuerà ad essere presente nei computer collegati ad Internet nei luoghi pubblici (Internet cafè e scuole).
Piuttosto che ammettere che il MIIT – Ministry of Industry and Information Technology su questo filtro abbia ascoltato le proteste di tutto il mondo, compreso il WTO – World Trade Organization, Li Yizhong è pronto a buttarsi giù dalla Grande Muraglia: "ogni tentativo di pubblicizzare la questione come un controllo di Internet in Cina è irresponsabile e non reale".