Microsoft al fianco dei censori cinesi. E gli altri?
18/01/2010 07:04 CET
Yahoo! dichiara di supportare l’iniziativa di Google contro la censura di Internet in Cina, i partner cinesi non rivolgono più la parola al motore di ricerca di Sunnyvale. Ma orgogliosamente Ballmer dice che Bing continuerà a censurare.
Il gioco delle tre carte rivisto in chiave cinese. Ecco come funziona.
Google non ha mai dichiarato di volersene andare dalla Cina, potrebbe accettare questa estrema ritorsione se i governanti cinesi impedissero al motore Google.cn di fornire risposte libere in quel paese. Nessuno recede facilmente da un mercato tanto ampio, attualmente solo il 31% nelle mani di Google.
Yahoo! non sembra aver cambiato la sua politica di accondiscendenza verso la censura cinese, ma intanto il motore di ricerca di Sunnyvale ha fatto sapere che ha apprezzato la conversione di Google e di sostenerla. Una sorta di “vai avanti tu” che però Alibaba, uno dei principali siti di e-commerce cinesi con una partecipazione del 39% di Yahoo!, non ha gradito e sulla quale non concorda. Yahoo! è il sito che ha fatto incarcerare il dissidente Shi Tao grazie alla collaborazione con il regime cinese, che voleva leggere la sua posta elettronica. Yahoo! non ha uffici in Cina.
Bing, il motore di ricerca di Microsoft, continuerà a censurare le risposte per i visitatori cinesi. La conseguenza la traiamo dall’ultima dichiarazione del decennale CEO Steve Ballmer: “gli attacchi su Internet succedono ovunque, non solo in Cina […] non ci pensiamo proprio ad andarcene dalla Cina […] ubbidiamo alle leggi locali”.
Intanto sembra proprio che sia stata la scarsa affidabilità offerta dal browser Internet Explorer di Microsoft uno dei vettori del tracollo della sicurezza in molte aziende USA che operano in Cina, alla base della ribellione di Google di settimana scorsa. Già la Germania raccomanda di non usare IE.