L’influenza dei 99 cent dell’iBookstore
03/05/2010 07:03 CET
Un obbligo imposto da Apple che non piace a tutti, specialmente a chi vende libri a prezzi molto bassi, pochi centesimi farebbero la differenza.
Un autore di libri identificato come Nom du Keyboard fa sapere a Slashdot che la possibilità di vendere libri elettronici sulla piattaforma di Apple significa aumentare il prezzo.
Tutto a causa di quella mania del marketing di indicare prezzi con quel ,99 dollari che dà la vaga impressione di pagare meno della cifra intera e che è semplicemente una presa in giro del consumatore.
E’ stato discusso molto il prezzo dei libri in vendita su iBookstore, ma non dal punto di vista dell’obbligo dei 99 centesimi. Nel caso specifico di libri a basso costo il passaggio a 99 centesimi è molto pesante.
L’autore spiega che i suoi testi costano da 1 a 3 dollari e che all’interno di questo range ci sono titoli venduti a 2,29 o 2,49 dollari. Dover per forza scegliere tra 1,99 e 2,99 schiaccia le differenziazioni, alcune vendite potrebbero essere perse.
Anche la concorrenza ha adottato il modello di business della spartizione 30/70 tra distributore ed editore, anche Amazon trattiene il 30%, copiando sfacciatamente il sistema inventato da Apple, ma non obbliga i prezzi ad usare i 99 centesimi finali.
La situazione è inspiegabile per questo autore, che sarà costretto ad aumentare tutti i prezzi intermedi. Prezzi che non finiscono per 9 li abbiamo visti di recente sull’Apple Store italiano con l’iniqua tassa della SIAE, anche sulla musica di iTunes Store è caduto il vincolo dei 99 centesimi con prezzi ormai variabili, sull’App Store ci si limita al solo 9 centesimi finali. Quanto dureranno per i libri elettronici?