Kazaa si ripulisce con 115 milioni di dollari

28/07/2006 15:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Il
passaggio del popolare sistema P2P nell'ambito legale costa all'azienda
australiana oltre 100 milioni di dollari. Sedate tutte le cause con le
major.

Il passaggio del popolare sistema P2P nell'ambito legale costa
all'azienda australiana ben 100 milioni di dollari. Sedate tutte le
cause con le major.
 
Tra i re del file sharing l'australiana Kazaa
(ex KaZaA) ha
negli ultimi anni attratto molti utenti. In questi network si potevano
trovare contenuti multimediali di ogni genere, nessuno autorizzato dai
detentori dei diritti. Si calcolano punte di 4,2 milioni di
utilizzatori simultanei di Kazaa e più in generale 9 milioni per i vari servizi P2P.

Ieri le major e Kazaa si sono incontrati attorno ad un tavolo e anno firmato la pace… a suon di milioni di dolllari.

Kazaa vuole diventare una risorsa legale e, al pari di
altre trasformazioni analoghe, l'azienda fondata da Niklas Zennstrom e
Janus Friis, che opera dall'Australia ma che ha sede legale nell'isola
di Vanuatu, nel bel mezzo dell'oceano Pacifico, si è accordata per
pagare 115 milioni di dollari agli accusatori di pratiche illegali
(Universal Music, Sony BMG, Warner Music ed EMI), rappresentati dalla RIAA – Recording Industry Association of America.

Niklas Zennstrom e Janus Friis passarono Kazaa a Sharman Network nel 2002 per poi fondare Skype, recenemente acquistata da eBay.

"E' il momento giusto per cooperare" ha detto Nikki
Hemming, CEO della Sharman Network, che gestisce Kazaa. Nessun accordo
è stato sottoscritto con gli editori indipendenti.

Kazaa
2 (se vogliamo compararla alla storia di Napster) raccoglierà risorse
attraverso la pubblicità, differenziandosi da altri servizi d'affitto o
vendita di contenuti multimediali. Nel caso Kazaa decidesse per la
vendita dei contenuti, il 20% andrebbe alle major.



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