IPv6, non ci siamo ancora

25/08/2008 16:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Vicino alla saturazione, il protocollo IPv4 non ha più spazio da offrire e, da tempo, viene spinta la migrazione ad IPv6. Ma le percentuali medie d'utilizzo sono scarse, non vanno oltre lo 0,0026%.
Il più importante studio sul traffico Internet in IPv6 – Internet Protocol version 6 è stato recentemente pubblicato da Arbor Networks in collaborazione con l'University of Michigan ed una novantina di service provider mondiali.

Entro breve non saranno più disponibili indirizzi IPv4, perché ormai un sistema saturato. IPv6 è la soluzione ma c'è ancora reticenza a migrare verso il nuovo e più ampio protocollo. Ci sono 7 indirizzi IPv4 per ogni milione di metri quadrati di superficie terrestre (un massimo di 4 miliardi), invece sono potenzialmente disponibili 666.000 miliardi di miliardi di indirizzi IPv6 ogni metro quadrato del pianeta.

Secondo la ricerca di 12 mesi gli indirizzi IPv6 attualmente usati sono lo 0,0026% di tutti quelli IPv4 attivi (800 Mbps contro 4 Tbps) ed il traffico è ovviamente ancora molto basso su questo protocollo, da 50 Mbps dell'autunno 2007 ai 160 Mbps dell'estate 2008. La tendenza è leggermente in crescita ma si tratta ancora di numeri marginali.

Solo lo 0,4% dei primi 500 siti più visitati al mondo (dati Alexa) sono passati ad IPv6. E' stato calcolato che la transizione da IPv4 a IPv6 per gli ISP rappresenta un costo extra di 25 miliardi di dollari.

Il futuro di Internet deve ancora partire, all'attuale ritmo succederà obbligatoriamente entro 903 giorni a partire da oggi, anche se IPv4 continuerà ad essere supportato fino al 2025.

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