Insoddisfatto dall’AppleCare scrive a Jobs

04/05/2007 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Quando è inutile parlare con chi non risolve i problemi e fa sciocchi muri di gomma, andare direttamente al cuore del problema non è azzardato. Un utente di lungo corso ha un Apple II che funziona da 30 anni e un MacBook che in meno di un mese si è rotto.

Quando è inutile parlare con chi non risolve i problemi e fa sciocchi
muri di gomma, andare direttamente al cuore del problema non è
azzardato. Un utente di lungo corso ha un Apple II che funziona da 30
anni e un MacBook che in meno di un mese si è rotto.
 
Il signor J. Maynard Gelinas è un utente Apple da molti anni, oltre che un esperto d'informatica del MIT, possiede ancora un Apple II e funziona regolarmente. Invece un MacBook comperato in settembre è andato quasi subito in assistenza per malfunzionamenti che, dopo tanti mesi, ancora nessuno è stato capace di risolvere.

Ebbene, dopo qualche insistenza, AppleCare gli ha proposto un nuovo MacBook e, alla richiesta di riavere il suo vecchio hard disk per recuperare tutti i dati, la risposta è stata laconica: no.

Il suo disappunto è stato molto forte.

Esasperato ha mandato un pacato ma sincero messaggio di posta elettronica (che si concludeva con "Apple perderà un cliente e perderà le mie raccomandazioni a studenti e colleghi del MIT") all'indirizzo personale di Steve Jobs, il CEO di Apple in persona. Immaginando di non ricevere alcuna risposta aveva spedito la stessa email, per conoscenza, anche all'associazione dei consumatori statunitensi.

A sorpresa Jobs si è appassionato al caso e ha passato il messaggio ad uno dei suoi più stretti assistenti, tale J. che, il giorno dopo, ha fatto pervenire all'insoddisfatto cliente di Apple un nuovo MacBook e il vecchio danneggiato (da rispedire all'AppleCare una volta effettuato il backup dei dati).

La vicenda si è conclusa con soddisfazione, se non fosse che Apple si è accorta solo a posteriori che Consumerist, la rivista della potente associazione consumatori USA, aveva nel frattempo pubblicato il messaggio del consumatore, compreso l'indirizzo email di Steve Jobs.

Peraltro J. Maynard Gelinas aveva documentato il tutto anche sul suo personale blog, nonché a Slashdot. La storia in pochi giorni ha fatto il giro del mondo.

Tranquillo Jobs, con tutto il male (spesso inventato) che si pubblica sul tuo brutto carattere, per una volta che qualcuno documenta per filo e per segno una buona azione fatta verso un cliente, di che lamentarsi? Apple ne ha solo da guadagnare, nonché la tua biografia.



setteB.IT – la settimana digitale vista dall'utente mac