Il Pakistan blocca YouTube
25/02/2008 07:00 CET
Ci risiamo con le censure ed i divieti. Ancora una volta sono i proclami pseudo religiosi che fanno bruciare bandiere, emettere sentenze di morte e cancellare video. E Google rimuove i filmati "incriminati". Aggiornato.
Ci risiamo con le censure ed i divieti. Ancora una volta sono i proclami pseudo religiosi che fanno bruciare bandiere, emettere sentenze di morte e cancellare video. E Google rimuove i filmati "incriminati". Aggiornato.
Ai tanti problemi che affliggono il Pakistan si è aggiunto nel fine settimana il blocco a YouTube imposto dal PTA – Pakistan Telecommunication Authority.
Reporters Sans Frontières condanna la nuova censura, questa volta su Internet, così motivata dalle autorità di Islamabad: "un incremento di riprovevoli filmati non islamici".
Contrariamente a quanto fatto circa un anno fa dalla Turchia questa volta a chiudere il sipario su YouTube non è stato un tribunale ma un ente governativo.
Gli stessi fumetti pubblicati nel 2005 dal quotidiano danese Jyllands-Posten, il quale strascico ancora oggi minaccia violenza all'anziano vignettista Kurt Westergaard, erano protagonisti con l'immagine del Profeta in filmati prodotti dal politico danese Geert Wilders e trovati su YouTube.
I settanta ISP pakistani non potranno fornire accesso a YouTube a tutti i cittadini per un tempo indeterminato. Intanto sono ripartiti i roghi di bandiere islamiche in Pakistan e Google ha fatto eliminare i filmati incriminati dai server.
Tra gli stati che hanno vietato o vietano l'accesso dei navigatori di Internet a YouTube troviamo l'Iran, l'Iraq, gli Emirati Arabi Uniti, la Cina, l'India, la Tailandia, il Marocco, il Brasile, la già citata Turchia ed l'Australia (Victoria).
Aggiornamento del 26/02/2008: il quotidiano Times of India ci informa che oggi il divieto di accesso a YouTube è stato cancellato dalla PTA. Ora gli ISP locali possono nuovamente fornice ai navigatori il sito di video del gruppo Google. Pare che il blocco pakistano abbia causato problemi alla diffusione di YouTube in tutto il mondo ma il problema sarebbe stato risolto entro breve.