Il balletto tra iTunes e Universal
04/07/2007 13:00 CET
La più grande delle major, la francese UMG – Universal Music Group, era data domenica dall'affidabile Wall Street Journal come pronta al "tradimento" per andare al rialzo maggiore sul guadagno.
"Universal non rinnoverà il contratto a lungo termine con Apple" si leggeva nel pezzo di Ethan Smith e Nick Wingfield. Contemporaneamente sulle pagine del New York Times un articolo di Jeff Leeds dove sostanzialmente si leggeva la stessa storia, con l'aggiunta di un dato importante: la musica online vale il 15% del fatturato di Universal.
Non firmando un contratto a lungo termine gli accordi potrebbero non andare oltre a quelli mensili periodici.
Il "rischio" che iTunes Store diventi sempre più ago della bilancia nell'industria della musica è troppo pericoloso per le major della musica. Prima hanno visto la salvezza in iTunes, visto che i CD si vendono sempre meno, poi ora temono la potenza dell'invenzione di Steve Jobs.
La seconda etichetta della musica, Sony BMG, avrebbe recentemente firmato con iTunes per un altro anno. Warner insiste per prezzi differenziati ed EMI è l'unica major che ha concesso la musica senza DRM ad Apple con i brani iTunes Plus.
Nella giornata di ieri il portavoce di Apple Tom Neumayr ha dichiarato al San Francisco Chronicle che "i negoziati con Universal sono ancora in corso, la musica di Universal è su iTunes e la notizia che non rinnoveranno il contratto è semplicemente falsa".
Stamattina leggiamo invece sulla versione britannica di Macworld la conferma di Universal sul cambiamento del contratto: "abbiamo deciso di non rinnovare il contratto a lungo termine con iTunes e ora commercializzeremo la nostra musica con accordi singoli, come facciamo con altri rivenditori".
Sarà l'ultima puntata di questa battaglia?