Google: la Cina si smarca, Brin e Page “peseranno” meno
25/01/2010 07:04 CET
I due inventori del motore di ricerca più famoso di Internet caleranno il loro potere di voto dal 59 al 48%, ma non significa l’allontanamento. Risvolti cinesi dalla questione censura.
E’ inutile girarci attorno, tutti hanno pensato che l’attacco alla posta elettronica dei dissidenti cinesi lo abbia architettato e commissionato il regime cinese ad esperti hacker (con o senza contatti interni a Google). Adesso la Cina respinge direttamente le accuse su quello che viene definito un “incidente”.
Il portavoce del ministro degli esteri cinese ha però fatto scrivere alla stampa cinese il suo ossimoro: “Internet in Cina è aperta e gestita in base alla legge”. Peccato che le leggi cinesi censurino il web con la nota muraglia Great Firewall of China perché convinti che “troppa libertà” sia dannosa.
Google ha solo parzialmente tolto la censura secondo gli osservatori indipendenti presenti in Cina, i governanti locali già starebbero lamentandosi perché alcuni siti pornografici sarebbero raggiungibili dal motore di ricerca californiano. Le prossime settimane saranno decisive per prendere una decisione definitiva da parte di Google, probabilmente il giorno stesso dell’eventuale apertura delle ricerche a temi sgraditi Google.cn sparirà dagli schermi di 384 milioni di utenti di Internet in Cina.
Secondo il responsabile della sicurezza di BT Bruce Schneider in Gmail sarebbe stata creata una backdoor per intercettazioni “autorizzate”, che è poi stata utilizzata anche per quelle “non autorizzate” cinesi. Si attendono le reazioni da Mountain View.
Intanto per gli 11esimi uomini più ricchi d’America, Larry Page e Sergey Brin, si passa all’incasso di circa 2,75 miliardi di dollari (al valore di oggi) ciascuno, con la vendita di una piccola parte delle quote societarie, aumentando di un quinto i rispettivi patrimoni. La società di Mountain View ha comunicato all’ente di controllo della borsa statunitense che i due co-fondatori diminuiranno il loro potere di voto nelle assemblee di Google.
Brin e Page detengono 57,7 milioni di di azioni GOOG di classe B, ovvero il 18% delle quote dell’azienda e circa il 59% dei voti. Vendendone 5 milioni a testa entro la fine di novembre del 2014 avranno ancora poco meno di 50 milioni di azioni GOOG ed il 15% delle quote ed il 48% del potere di voto. Il CEO Eric Schmidt ha il 10% del potere di voto e quindi il trio di presidenti ed amministratori ha comunque la maggioranza.
Da Google arriva la rassicurazione che i due 36enni ex compagni di università (a Stanford) continueranno ad occuparsi della loro azienda ancora per molto tempo.