Giovedì nero delle borse, il mal comune ma anche il mezzo gaudio

05/08/2011 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Le azioni di Apple tengono meglio di altre e, proprio per questo, la preoccupante perdita di ieri di oltre 15 dollari porta ad un inatteso rapido avvicinamento con il petroliere al numero 1.

Se non vi siete accorti del disastro successo ieri in tutte le borse del mondo (per non parlare di quella di Milano, -5,16%), guardate l’andamento del prezzo delle AAPL (-3,87%), comparato all’indice Nasdaq (-5,08%).

Titoli in picchiata ovunque, non importa quanto buone siano le finanze di una certa azienda. C’è stato il panico causato, ormai da tempo, dall’incertezza dei debiti nazionali, dalla Cina che possiede quello USA per il 23,7% e dagli istituti di rating (statunitensi, quelli che contano) che per tenere in vita il dollaro preferiscono screditare l’euro. Ma ci fermiamo qui con analisi che vanno oltre la nostra competenza.

Il fatto che più ci preme sottolineare è che, nella “gara” tra le società più capitalizzate, a Wall Street c’è stato un forte avvicinamento di Apple alla prima della classe, Exxon Mobil.

I petrolieri, con un arretramento del 4,99% hanno fatto precipitare la capitalizzazione a 363.735.840.000 dollari, mentre Apple è arrivata a 348.974.794.350 dollari. Ormai “solo” 14.761.045.650 dollari le dividono. Negli ultimi giorni era stabilmente di oltre 50 miliardi di dollari il gap tra le società statunitensi.

Apple ha risalito la classifica delle società con maggiore capitalizzazione di borsa nel 2010, sorpassando pure Microsoft, ma anche Wal-Mart e molte altre aziende quotate.

Il primato è vicino, quanto ci metterà Apple, nella buona o nella cattiva sorte delle borse, a diventare la numero 1 per capitalizzazione?

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