Fornitori di Apple, nel 2008 eccesso di straordinari

18/11/2009 14:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Gli assemblatori di Cina, Filippine e Taiwan possono essere così convenienti per le aziende occidentali grazie a soprusi che le fabbriche impongono ai lavoratori locali. Dopo il caso iPod City qualcosa è cambiato ma c'è ancora molto da fare.
La democrazia cinese, si sa, non è propriamente compiuta. Barack Obama non ha reagito con grande enfasi alla voglia di libertà rispecchiata nell'oscuramento della diretta televisiva del suo recente discorso a Pechino, alle domande pilotate del finto pubblico, alla ghettizzazione degli studenti in sale sigillate dove al massimo si poteva fare la foto con un cartonato del presidente USA, alla censura di Internet ed alle reazioni zero su argomenti scomodi come Tibet e Taiwan.

07686b_applestatus2008Se tutto ciò va bene ad Obama, perché gli abusi sui lavoratori asiatici che assemblano i prodotti di Apple dovrebbero turbare il sonno di Steve Jobs?

Già nel 2006 affiorava il caso di iPod City, che veniva prima negato e poi minimizzato dall'azienda di Cupertino.

Probabilmente il forzato intervento di Apple ha obbligato gli assemblatori delle fabbriche-caserme asiatiche a diventare più civili e ad osservare il codice di condotta imposto.

La relazione pubblicata da Apple lo scorso febbraio e relativa al 2008 evidenzia che nel 59% dei casi i fornitori obbligano i lavoratori a straordinari, oppure a saltare i giorni di riposo (il 42% ripetutamente ed il 17% saltuariamente).

Se ne è preoccupato GlobalPost delle vessazioni ai lavoratori dell'estremo oriente che producono iPod, iPhone e Mac. E' stato chiesto di poter intervistare Bob Bainbridge, il responsabile della "social responsibility for suppliers" di Apple ma tutto quello che hanno ottenuto è stata la seguente dichiarazione telefonica delle pubbliche relazioni: "siamo rigorosi e decidiamo di prendere azioni correttive quando sono necessarie, controlliamo continuamente ed aggiorniamo i dati sul nostro sito […] non molte altre aziende controllano produttori ed assemblatori come facciamo noi".

Il "lato oscuro" di Apple (come di molte altre aziende occidentali) è ancora in oriente e non può essere una scusa sapere che "gli altri" fanno peggio.



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