Dal 1984 Apple non è nella classifica Great Place to Work

20/01/2011 20:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Anche quest’anno la seconda azienda quotata alla borsa di Wall Street non compare nell’elenco delle principali corporation dove è gratificante lavorare.
Al giorno d’oggi è già molto trovare un impiego, ma dove si lavora bene? Per quel che riguarda gli Stati Uniti ce lo dice la classifica Fortune‘s 100 Best companies to work for, appena pubblicata.

Apple, anche quest’anno, non rientra nella lista. E’ dal 1984, quando aveva solo 5.600 impiegati (ora ne ha 46.600 di equivalenti a tempo pieno) che manca, anche allora non era tra i primi 10 nomi.

Al contrario altre aziende hi-tech come Google, dove non manca la creatività, la soddisfazione e l’oppressione aziendale è decisamente diversa, sono elencate. La società del principale motore di ricerca online è quarta (come nel 2010 e 2009, mentre nel 2008 e 2007 era prima). Al vertice, per la seconda volta, c’è la software house SAS. Non male lavorare anche per NetApp (quinta, +2 posizioni), Cisco (20esima, -4 posizioni), Qualcomm (33esima, -24 posizioni), Intuit (44esima, +50 posizioni), Intel (51esima, +47 posizioni), Adobe (65esima, -23 posizioni), Microsoft (72esima, -21 posizioni) ed Ernst & Young (77esima, -33 posizioni), che è poi il revisore dei conti di Apple.

Non sono note le ragioni per le quali timbrare il cartellino ad Apple sia duro, immaginiamo per il ritmo del lavoro, per l’obbligo di segretezza, per la mortificazione di non poter decidere molto in autonomia e quant’altro ci è stato raccontato a più riprese da chi è passato per quell’esperienza, nei più diversi livelli.

Se è una magra consolazione, secondo Glassdoor il 97% dei dipendenti approva l’operato del suo amministratore delegato.

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