Contraddizioni del copyright attraverso YouTube
19/03/2007 07:00 CET
Non è che, a seconda di come ci svegliamo la mattina, quello che ieri ci piaceva oggi non ci piace più. Certo i saggi dicono che cambiare opinione è segno di grande acume… sarà così, ma settimana scorsa sono avvenuti due fatti che, accostati, meritano una breve analisi.
Martedì scorso Viacom annunciava di voler trascinare in tribunale Google chiedendo danni per 1 miliardo di dollari, la motivazione è che il popolare sito di condivisione di filmati, YouTube, ha permesso la pubblicazione online di oltre 150.000 registrazioni degli utenti, provenienti da programmi televisivi o spettacoli cinematografici e quindi coperti da copyright.
Giovedì scorso CBS annunciava un accordo con Google per portare estratti dalle partite del campionato di basket universitario, l'NCAA "March Madness", su YouTube, oltre che sui canali televisivi e online di CBS Sports.
E' forse utile spiegare che, fino a tutto il 2005, Viacom e CBS erano un unico conglomerato di società multimediali (cinema, radio, televisione, editoria, pubblicità, etc.). Dopo la separazione qualche marchio andò nella Viacom e qualcun altro nella CBS Corporation. Peraltro la maggioranza della proprietà delle due società è sempre la stessa, National Amusements.
Sotto Viacom attualmente ci sono brand importanti come Paramount Pictures, MTV, DreamWorks, Nickelodeon, Comedy Central ed altri.
Appartengono a CBS Corporation canali televisivi come la stessa CBS oltre a Showtime e The CW (in partnership con Time Warner), poi CBS Records e Simon & Schuster.
Come giudicare quindi i due atteggiamenti se, fondamentalmente, si tratta della stessa società, anche se ormai spezzata in due denominazioni diverse?
Disturba Viacom vedere propagati estratti di un film Paramount o del canale Comedy Central attraverso YouTube, perché gli utenti lo fanno senza pagare i diritti d'utilizzo. Fa comodo a CBS mostrare la pubblicità contenuta nelle partite NCAA ai 133,5 milioni (dato riferito al gennaio 2007) di fruitori di YouTube.
Non è un paradosso?
Che è ormai necessario pensare ad un modo diverso di sfruttare di Internet ed il cosiddetto Web 2.0 appare lapalissiano, visto che queste aziende devono fare profitto ma anche essere gradite al pubblico, il più vasto possibile.
Mentre qualcuno riflette sul tema, vi proponiamo un caso "alla italiana" che travalica ogni confine: supera a destra e in curva i diritti d'uso, alza le spalle davanti alla qualità del prodotto televisivo, è la scorciatoria per arrivare comunque a ciò che si vuole e, chi più ne ha, più ne metta.
Il TG2 delle ore 13 della domenica appena trascorsa, al minuto 26 ha trasmesso un servizio sportivo sul calcio internazionale e italico, lo ha firmato Amedeo Goria.
Il fatto che merita un servizio è uno spettacolare gol di Robinson durante la partita di sabato tra il Tottenham e il Watford nella Premier League del calcio britannico.
In UK il detentore dei diritti del calcio britannico è la rete satellitare Sky Sports, in Italia la consorella Sky Sport. La RAI, come di tanti altri sport, non ha tali diritti, tuttavia pagando può ottenere il cosiddetto "news access" per fare delle brevi notizie filmate.
La notizia non poteva evidentemente essere ignorata, contemporaneamente il cassiere della concessionaria statale non ha voluto sborsare un euro. Come risolvere? Come potete vedere nel video in formato Win Media (leggibile anche da QuickTime) reperibile in streaming sul sito della RAI.
Dopo una breve ricerca su YouTube Goria ha scovato il filmato (ce ne sono svariati, analoghi), si tratta di una digitalizzazione acquisita da un canale arabo che, a sua volta, riprendeva Sky Sports.
La RAI ha pensato bene che fosse totalmente lecito trasmettere tale digitalizzazione e non per sparlare senza cognizione del fenomeno YouTube, correlandolo alla parola più abusata degli utlimi mesi: "bullismo".
La qualità è ovviamente pessima se ripresa dalla piccola finestra di YouTube e allargata alla definizione televisiva, ma di questo non se ne sono curati un granché.
La jungla è qui, altro che le foreste tropicali.